20 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Spray al peperoncino all’Hollywood di Milano, il racconto di Alessia: “Un incubo, urlavano tutti”

Alessia Guerra, 21 anni, sabato sera era nella nota discoteca Hollywood di Milano insieme al fratello e ad alcuni amici quando qualcuno ha spruzzato dello spray al peperoncino nel locale. In pochi minuti si è scatenato il caos: Alessia è stata travolta dalla folla ed è finita al pronto soccorso: “Mi sembrava di stare in un incubo, qualcosa di incredibile. Mi mancava l’aria: la folla, il buio, mi sono sentita in un tunnel oscuro dal quale non riuscivo a uscire”, ha detto la giovane a Fanpage.it, puntando il dito anche sugli scarsi controlli all’entrata.
A cura di Redazione Milano
20 CONDIVISIONI
Immagine

Alessia Guerra, 21 anni, era una delle persone che sabato sera erano presenti all'Hollywood, nota discoteca di Milano che si trova in corso Como. Verso le due e mezza di notte qualcuno ha spruzzato dello spray al peperoncino all'interno del locale, scatenando il panico. Alessia è stata travolta dalla folla ed è stata spinta contro un muro. È finita in ospedale, dove è stata medicata e dimessa con una prognosi di cinque giorni. A Fanpage.it la ragazza ha raccontato ciò che è accaduto, lasciando trasparire tutta la paura per un episodio che – si veda quanto accaduto a Corinaldo – poteva causare conseguenze ben peggiori.

Cosa è successo quella sera? 

Era una serata tranquilla come le altre, sono venuta più volte all'Hollywood e mi ero sempre trovata bene. A un certo punto sono scesa giù, ha iniziato ad esserci tanta gente quindi mi sono avvicinata al guardaroba per respirare un attimo. D'improvviso ho visto una folla che correva verso l'uscita: inizialmente pensavo si trattasse di una rissa, poi ho iniziato ad avvertire fastidio agli occhi, al naso e alla gola e ho capito che avevano spruzzato dello spray al peperoncino.

A quel punto quali sono stati le reazioni all'interno del locale?

Ho iniziato a correre, la gente urlava, eravamo tutti spaventati e terrorizzati. La prima cosa che mi è venuta da fare è stata controllare che stessero tutti bene, almeno quelli che stavano con me. Poi mi sono trovata travolta nella folla e non vedevo l'ora di uscire perché mi sembrava di stare in un incubo, qualcosa di incredibile. Mi mancava l'aria: la folla, il buio, mi sono sentita in un tunnel oscuro dal quale non riuscivo a uscire.

Come sono stati i controlli all'entrata della discoteca quella sera?

Non mi è stata controllata la borsa, mentre a mio fratello hanno fatto questioni perché aveva i capelli rasati e l'orecchino. Penso che ci debbano essere delle priorità: ad esempio il controllo delle borse o dei borsellini dei ragazzi.

Dopo tutto il trambusto la serata è ricominciata? 

Sì, mentre c'era gente fuori tra attacchi di panico, crisi isteriche, gente che non stava bene. Ho saputo che mentre io stavo all'ospedale c'è stato chi è ritornato giù e la serata è ricominciata come se nulla fosse.

Cosa hai pensato in quegli istanti di panico?

Ho pensato a mio fratello e ai miei amici. Anche se non stavo bene e non riuscivo a respirare volevo solo vedere se loro stessero bene e ritrovarmi fuori da quell'inferno.

Cosa ti hanno detto al pronto soccorso?

Mi hanno detto che avevo solo una forte contusione all'addome. Mi hanno dato cinque giorni di prognosi, mi hanno detto di farmi ricontrollare, di stare tranquilla. Mi hanno somministrato un farmaco per il dolore e poi mi hanno fatto fare l'aerosol perché non riuscivo a respirare bene.

(Intervista a cura di Simone Giancristofaro)

20 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views