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“Sono stata fortunata a essere la vostra mamma”: la lettera di Daniela ai figli uccisi dal padre

È ancora grande la commozione a Gessate, nell’hinterland di Milano, dove sabato si sono svolti i funerali di Elena e Diego, gemellini di 12 anni uccisi dal loro padre, Mario Bressi. Durante la cerimonia un’amica della madre dei gemellini ha letto una lettera che la mamma ha scritto ai suoi figli per salutarli: “Quando vi vedevo sorridere, senza che ve ne accorgeste, o mi dicevate di amarmi, per me era la felicità”.
A cura di Francesco Loiacono
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A Gessate, comune dell'hinterland di Milano in cui vivevano, è ancora vivo il dolore per la morte di Elena e Diego, i due gemellini di 12 anni uccisi dal loro padre, Mario Bressi, che poi si è suicidato. Sabato mattina nel campo sportivo del paese si sono svolti i funerali dei due bimbi: tanta la partecipazione della cittadinanza, con alcune persone che hanno dovuto seguire i funerali da fuori per via delle restrizioni dovute all'emergenza Covid-19. Le note della canzone "Un senso" di Vasco Rossi hanno accompagnato l'arrivo delle due bare bianche, un lungo applauso ne ha accompagnato la partenza verso il cimitero. Nel mezzo, grande commozione per una tragedia che ha sconvolto tutto il paese, dove sabato è stato proclamato il lutto cittadino. Commozione che è diventata incontenibile quando un'amica di Daniela Fumagalli, la mamma dei due bambini, ha letto una lettera che la madre ha scritto per salutare i suoi figli. Alcuni stralci della lettera erano già stati pubblicati sabato. Di seguito la versione integrale.

La lettera integrale di mamma Daniela ai figli Elena e Diego

Ciao nanetti,
vi chiamo come vi ho sempre chiamato anche se ormai eravate alti quasi quanto me. Non riesco ancora a realizzare che non potrò più rivedervi, abbracciarvi, sentire la vostra voce o il suono delle vostre risate, ma soprattutto quell’intercalare “mamma” che sentivo nominare miliardi di volte al giorno e che ora non sentirò mai più.

La felicità è una scelta e voi avevate scelto di vivere sereni e felici nella vostra breve vita, con due caratteri molto differenti, entrambi accomunati dal sorriso, da quello sguardo attento e dalla voglia di vivere e affrontare il mondo. Elena un vulcano, portava allegria in ogni luogo, Diego riflessivo e osservatore. Inutile dilungarmi oltre nel descrivervi ai vostri amici, non era sbagliato essere diversi: eravate due individui separati e sarebbe stato grave sforzarsi di essere uguali. Sono stata fortunata a essere la vostra mamma. In questi dodici anni ci siamo accompagnati, coccolati, abbracciati, baciati, fatto tanto solletico, giocato, discusso, fatto sport diversi, studiato, viaggiato e mille altre cose. Non importa se ho dormito poco e ho corso.

Quando vi vedevo sorridere, senza che ve ne accorgeste, o mi dicevate di amarmi, per me era la felicità, e sono le piccole cose che rendono felici. Non sono sicuramente stata una mamma perfetta come voi non siete stati figli perfetti. Ma sono stata me stessa come voi siete stati voi stessi. Voi perdutamente e profondamente innamorati della vita, io profondamente e perdutamente innamorata di voi. Ho sempre cercato però di lasciarvi i vostri spazi, per fare, sperimentare e sbagliare. Liberi di scegliere perché non è con la forza o con l’imposizione che potevo trattenervi: il mio ruolo era di stare al vostro fianco, pronta a rialzarvi o consolarvi in caso di bisogno, oppure a gioire con voi. Voi non avevate scelto di essere i miei figli, ma io avevo scelto di essere mamma: il destino ha deciso di regalarmi voi, e sono stata una mamma privilegiata.

So che da ora in poi sarete al mio fianco come io lo sono stata per voi. Il vostro sorriso mi porterà allegria e mi terrà compagnia nei momenti di paura e mi riscalderà il cuore: ho cercato di insegnarvi di trovare sempre il meglio negli altri, di mettere etica e passione in ogni vostro impegno, scuola o sport che fosse, di ridere spesso e con gusto e di rispettare gli altri. Stavate imparando a farlo bene e se seguendo questi consigli avete contribuito a un mondo un pochino migliore, credo di aver fatto un buon lavoro. Per me sarebbe un successo sapere che chi vi ha conosciuto quando vi penserà, sorriderà. Ed è per questo che chiedo a tutti di ricordarvi sorridenti e non nelle lacrime. Elena e Diego avrebbero preferito così.

Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci abbracci, quando le cose non vanno bene, anzi, soprattutto quando è così. In questo ultimo saluto vi abbraccio e vi dico che andrà tutto bene, nonostante il male che vi è stato inferto. Questa mostruosa esperienza mi sta insegnando che non importa quanto forti possiamo essere, tutti prima o poi abbiamo bisogno di un abbraccio. Nella mia vita ho scoperto che un sorriso ha il potere di cambiare il mondo e che se vuoi qualcosa devi alzarti, impegnarti e affrontarlo. Soprattutto sto imparando che nella vita non bisogna essere perfetti, ma felici. E bisogna accettare l’aiuto degli amici. E noi tre di amici ne avevamo tanti. Purtroppo la vita è questa: niente è facile, ma nulla è impossibile. E per questo finché saprò ancora emozionarmi sentendo il vostro nome, Elena e Diego, saprò che questa enorme violenza e ingiustizia non ha vinto. Mi mancherete tantissimo.

La vostra mamma Dani

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