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Social network, gratta e vinci e alcol: i giovani di oggi si raccontano con un “selfie”

Come sono i giovani di oggi? Quali sono le loro abitudini? Grazie alla ricerca “Selfie”, questionario promosso dal Centro Semi di Melo (formato dalla Fondazione Exodus e dalla Casa del giovane di Pavia), le risposte le hanno date oltre 35mila studenti di centinaia di scuole medie inferiori e superiori, residenti soprattutto nelle province lombarde. Dall’utilizzo spasmodico di social network e smartphone ai primi approcci col gioco d’azzardo, ecco cosa è emerso.
A cura di Francesco Loiacono
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Come sono i giovani di oggi? Quali sono le loro abitudini? Sono domande che si chiedono in tanti e a cui è sicuramente difficile rispondere. Ci prova la ricerca "Selfie", un questionario promosso dal Centro Semi di Melo (formato dalla Fondazione Exodus di don Antonio Mazzi e dalla Casa del giovane di Pavia) che a oggi ha coinvolto oltre 35mila studenti di centinaia di scuole medie inferiori e superiori, geograficamente concentrati in molte province lombarde (Varese, Milano, Bergamo, Pavia, Mantova, Cremona) ma anche a Cosenza e Potenza.

Presentato in forma sperimentale per la prima volta nell’anno scolastico 2014/2015, il questionario "Selfie" è stato implementato grazie al supporto di due professoresse dell’Università Bicocca di Milano – Laura Terzera del dipartimento di Statistica e Metodi quantitativi e Gianna Serafina Monti del dipartimento di Economia e Metodi quantitativi – e della professoressa Vittoria Cerasi dell’Università Bocconi. Il questionario, che viene sottoposto ai ragazzi attraverso un software e un link online, è stato utilizzato in vari istituti italiani per conoscere i teenager di oggi attraverso le risposte che loro stessi hanno dato nei diversi ambiti di indagine: i dati personali, il tempo libero, l’uso di smartphone e social network, il budget settimanale, il rapporto con il gioco d’azzardo, quali sono comportamenti a rischio, quale immagine hanno del proprio corpo e la loro relazione con il cibo e, infine, la realizzazione di sé.

Alcuni dati emersi dalla ricerca

Dalle risposte emerge, appunto, il selfie di una generazione, che restituisce alcune certezze, come l'utilizzo frequente di smartphone e social network: il 93 per cento degli studenti di scuole superiori intervistati è su un social network, il 66 per cento del campione utilizza lo smartphone a scuola e il 46 per cento lo usa di notte. Ma emergono anche altri dati più preoccupanti: come le percentuali di studenti delle superiori che hanno avuto esperienze con il gioco d'azzardo, più frequentemente il "Gratta e vinci" (46 per cento), ma anche scommesse sportive (in teoria vietate agli under 18), slot e scommesse via internet. Oppure come l'uso di droga e alcol. Nel primo caso, a fronte di un'ampia maggioranza che non ne ha mai fatto uso (83 per cento), la percentuale complessiva di chi ne fa uso più volte al mese è del 10 per cento (dati riferiti a sostanze cannabinoidi e a studenti di scuola superiore). Più preoccupante il dato sull'alcol: chi non ne ha mai fatto uso è il 35,5 per cento, mentre sommando chi beve più volte al mese si arriva al 43 per cento.

Oltre al questionario, Selfie è anche un libro

Tutte le tematiche del questionario sono ulteriormente sviluppate nel libro che si intitola "Selfie – Istantanee dalla generazione 2.0" (edito da Exodus Avamposti) e che gli autori Marcello Esposito, Simone Feder, Anna Polgatti e Franco Taverna hanno scritto a corollario della ricerca: "L’obiettivo è quello di consegnare nelle mani di docenti, genitori e ragazzi una serie di riscontri concreti presi dalla vita reale degli adolescenti della loro scuola e di spunti di approfondimento per la pianificazione di interventi di miglioramento da realizzare proprio a partire dalle loro caratteristiche, dai loro punti di vista e dalle loro fragilità", scrivono i quattro autori nel volume.

Dal libro emerge il racconto di ragazzi e ragazze che solo nel 41 per cento dei casi si confrontano con un genitore perché preferiscono farlo con un amico e che nel 40 per cento dei casi vanno male a scuola perché vivono in un contesto monoparentale. Ma emerge anche come siano i genitori, spesso, a dare il cattivo esempio su tematiche come il gioco d'azzardo: l’84 per cento dei bambini sotto i 10 anni intervistati ammette di aver iniziato a giocare d’azzardo, comprando un “Gratta e vinci”, proprio grazie a mamma e papà.

La ricerca è stata promossa dall'assessore regionale Viviana Beccalossi

Alla conferenza di presentazione del progetto, che si è tenuta mercoledì 8 novembre all’Istituto Molinari di Milano con la partecipazione dei quattro autori del libro e del fondatore di Exodus, don Mazzi, è stato letto anche un messaggio dell'assessore regionale lombarda Viviana Beccalossi, in prima fila nelle iniziative a contrasto del gioco d’azzardo patologico e promotrice del progetto "Selfie": "La conoscenza degli stili di vita dei ragazzi è un valido punto di partenza per i soggetti impegnati nella cura e nella crescita della popolazione giovanile, in particolare quella di fascia preadolescenziale, a livello scolastico, familiare e territoriale – ha detto Beccalossi – Padroneggiare la situazione di partenza è un’azione necessaria per poter porre in essere interventi mirati che possano prendersi carico delle criticità, ma contemporaneamente valorizzare anche le potenzialità di una generazione che necessita sempre più di un riconoscimento positivo e valorizzante".

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