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Sicurezza e lotta allo spaccio, a Milano niente zone rosse: ma si estenderanno i Daspo urbani

La lotta allo spaccio è stata al centro di un comitato convocato ieri in prefettura a Milano. Nel capoluogo lombardo non ci saranno zone rosse, ma aree critiche presidiate ciascuna da una forza di polizia. La strategia sarà strutturata e di medio periodo e coinvolgerà anche la procura nella fase di indagini. È prevista anche l’estensione degli ambiti di applicazione dei cosiddetti Daspo urbani previsti dal Decreto Minniti.
A cura di Francesco Loiacono
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Niente "zone rosse", ma aree critiche che saranno presidiate dalle forze dell'ordine. La lotta allo spaccio è stata al centro del comitato convocato ieri mattina in prefettura a Milano, al quale hanno partecipato anche i vertici della procura (il procuratore della Repubblica Francesco Greco e le aggiunte Alessandra Dolci della Direzione distrettuale antimafia e Laura Pedio che coordina il settimo dipartimento, dedicato alla criminalità organizzata comune), forze dell'ordine e la vice sindaca Anna Scavuzzo. Nel capoluogo lombardo, secondo fonti della prefettura, verranno individuate delle "aree critiche" per quanto riguarda lo spaccio di stupefacenti (si tratta della zona antistante la stazione Centrale, del boschetto di Rogoredo, della zona di via Padova, dell'Arco della Pace e della zona Darsena-Navigli), "ma senza tralasciare il resto del territorio". Ogni zona sarà assegnata a una determinata forza di polizia che procederà al presidio e a controlli.

Strategia strutturata: stretta anche agli esercizi commerciali

Quella studiata nel corso del comitato, spiegano da Palazzo Diotti, è una strategia strutturata di medio periodo che prevederà indagini da parte della procura e anche controlli antimafia, sanitari e amministrativi negli esercizi commerciali: chi non dovesse rispettare le norme, anche quelle che regolano la vendita degli alcolici, si vedrà sospesa la licenza. Si tratta della "stretta" che era stata ipotizzata tempo fa dal sindaco Beppe Sala e che vede d'accordo l'associazione dei pubblici esercenti, l'Epam – Confcommercio, il cui presidente Lino Stoppani aveva evidenziato la necessità di intervenire su una vera e propria emergenza sociale come l'alcolismo, specie quello giovanile.

Allo studio un nuovo regolamento per estendere gli ambiti di applicazione del Daspo urbano

Nel corso del comitato si è parlato anche di una modifica al Regolamento di polizia urbana del Comune di Milano, con l'estensione delle aree e dei soggetti nei confronti dei quali si potrà disporre il cosiddetto "Daspo urbano" già previsto dal Decreto Minniti. Per quanto riguarda le aree in cui potrà essere applicato il Daspo (cioè un divieto di avvicinamento a talune aree), che nel decreto originario dell'ex ministro dell'Interno Marco Minniti erano le infrastrutture di trasporto (come le stazioni ferroviarie e della metro), il Comune sta pensando di estendere il provvedimento anche alle aree verdi e a quelle adiacenti ai plessi scolastici. Potranno essere colpiti dal Daspo anche venditori abusivi e accattoni "molesti", parcheggiatori abusivi e chi si macchia di ubriachezza molesta e di atti osceni. Al momento però le modifiche sono contenute solo in una bozza del Regolamento di polizia urbana che dovrà passare al vaglio del Consiglio comunale.

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