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Sgombero al “fortino della droga” di via Cavezzali, a Milano, palazzo ostaggio di degrado e occupazioni

Sgomberato il “fortino della droga” di via Cavezzali, a Milano. Nell’edificio di otto piani, che si trova in una traversa di via Padova, vivono centinaia di occupanti abusivi in condizioni igieniche e di sicurezza precarie. Più volte in passato il palazzo è stato teatro di episodi di cronaca, perfino di un omicidio.
A cura di Francesco Loiacono
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Lo sgombero e il palazzo sullo sfondo (foto Silvia Sardone)
Lo sgombero e il palazzo sullo sfondo (foto Silvia Sardone)

Forze dell'ordine impegnate dalle cinque di questa mattina in via Cavezzali, a Milano. È stato sgomberato il cosiddetto "fortino della droga", un ex residence ora occupato definito più volte uno dei "buchi neri" di Milano, dove abusivismo, illegalità e criminalità la fanno da padroni. Polizia e carabinieri hanno passato al setaccio circa un centinaio di appartamenti, abitati soprattutto da nordafricani e africani. Gli occupanti abusivi sono stati costretti a lasciare gli appartamenti occupati, che dovranno poi essere messi in sicurezza dai proprietari: dall'autorità giudiziaria è infatti arrivato l'ordine di liberazione degli alloggi occupati. Sessanta le persone portate in questura per accertamenti: negli alloggi occupati è stata trovata della droga. Il questore Marcello Cardona ha parlato di una "situazione di degrado pazzesca" e di "tre-quattro piani su otto completamente occupati da abusivi". Negli appartamenti, in condizioni igieniche precarie, sono stati trovati fino a sei letti per stanza.

Il palazzo di otto piani che si trova in via Cavezzali, una delle traverse di via Padova, è finito più volte in passato al centro delle cronache per episodi di spaccio di droga, prostituzione, incendi dovuti al degrado e perfino un omicidio, nel 2006. Quest'anno un servizio della trasmissione "Le Iene" aveva mostrato come fosse semplice ottenere un appartamento in nero nell'ex residence, anche dichiarando di essere appartenenti a gruppi terroristici internazionali: bastava pagare e accontentarsi. Più volte le istituzioni avevano proposto soluzioni per risolvere la situazione, tra cui anche l'abbattimento del palazzo, ma finora si era proceduto solo con operazioni tampone.

La storia del "fortino della droga"

Il palazzo al civico 11 di via Cavezzali è stato fino al 2003 di proprietà dell'Inpdap, In seguito l'ex residence ha attraversato numerose vicende giudiziarie che hanno portato alla nomina di un amministratore da parte del tribunale. Nel 2013, nonostante non fosse un edificio pubblico, il Comune si fece carico di una imponente operazione di bonifica in quanto il degrado era arrivato ad essere pericoloso: un intero piano dello stabile era stato trasformato in discarica. Dopo la bonifica, però, le cose non sono cambiate: nell'ottobre 2014 un incendio scoppiato nel palazzo causò l'intossicazione di sette persone, mentre si sono poi succeduti arresti per altri episodi di microcriminalità. Adesso la speranza dei residenti della zona e di alcuni proprietari degli appartamenti è che lo sgombero possa portare, finalmente, a una rinascita dell'edificio. Sulla vicenda è intervenuta la consigliera comunale di Forza Italia, Silvia Sardone: "Finalmente sgomberato il covo dell’illegalità di via Cavezzali. Da anni denuncio l’incredibile criminalità di questa area. Grazie alle forze dell’ordine per l’intervento, ora servono subito espulsioni dei clandestini e arresti degli spacciatori. Basta con i covi dell’illegalità nelle periferie".

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