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Anis Amri, il sindaco di Sesto deve pagare il deposito della salma del terrorista: “Non pago”

Il sindaco di Sesto San Giovanni (Milano), Roberto Di Stefano, ha ricevuto una fattura di oltre 2.000 euro dal Comune di Milano per le spese di deposito della salma di Anis Amri. Si tratta del terrorista autore della strage ai mercatini di Berlino, che fu ucciso a Sesto il 23 dicembre 2016. Per oltre sei mesi la salma è stata custodita in obitorio, a Milano. Di Stefano: “Non pago, siamo alla follia”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il sindaco di Sesto San Giovanni, comune alle porte di Milano dove venne ucciso l'autore della strage ai mercatini di Berlino, Anis Amri, dovrà pagare per il "deposito" della salma del terrorista. Lo ha comunicato lo stesso primo cittadino Roberto Di Stefano, del centrodestra, da poco insediatosi nell'ex "Stalingrado d'Italia", in cui per 72 anni aveva governato la sinistra.

Il vento a Sesto sembra adesso essere decisamente cambiato. Prima il sindaco ha bocciato il progetto di una maxi moschea, che era invece stato avallato dall'ex prima cittadina (e sfidante alle ultime amministrative) Monica Chittò. E adesso invece, si prospetta un braccio di ferro sul pagamento di poco più di duemila euro (2.160,18) di spesa per il deposito della salma del terrorista ucciso lo scorso 23 dicembre, il cui cadavere è rimasto in obitorio in Italia per oltre sei mesi, prima di partire lo scorso 29 giugno verso la Tunisia.

Di Stefano: Siamo alla follia, parliamo di un mostro senza pietà

La legge nazionale parla chiaro: prevede che le spese dopo la morte di una persona non reclamata siano a carico del Comune in cui la stessa è morta. Dal momento che la salma di Amri è stata custodita nell'obitorio civico di Milano in via Ponzio, Palazzo Marino ha presentato il conto. Lo sa bene anche Di Stefano, che però non vuole assolutamente pagarlo: "Siamo alla follia – ha dichiarato Di Stefano – Qui stiamo parlando di un mostro senza pietà. A scanso di equivoci dico subito che mi opporrò con ogni mezzo a questa vergognosa e offensiva richiesta e che i soldi dei miei cittadini mai saranno utilizzati per far fronte a questa richiesta. Per questo ho già provveduto a scrivere al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al ministro degli Esteri Angelino Alfano e al sindaco di Milano Giuseppe Sala, per comunicare loro che Sesto San Giovanni non pagherà mai nulla. Se proprio ci tengono provvedano loro – ha aggiunto Di Stefano – Noi anche nel rispetto di Fabrizia Di Lorenzo, vittima italiana di quella strage, e di tutte le altre persone morte in attentati terroristici di matrice islamista, oltre che in segno di attenzione delle Forze dell'Ordine, non destineremo mai un euro per saldare questa fattura".

Il terrorista Amri fu ucciso il 23 dicembre a Sesto

Il terrorista tunisino Anis Amri venne ucciso nella notte tra il 22 e il 23 dicembre davanti alla stazione di Sesto, in piazza Primo Maggio. Amri, che dopo la strage ai mercatini di Berlino era ricercato dalla polizia di tutta Europa, era riuscito a entrare nel nostro Paese dopo essere passato da Olanda, Francia e dal Piemonte. Il tunisino venne fermato per un normale controllo dai poliziotti Luca Scatà e Christian Movio. Ne nacque un conflitto a fuoco nel corso del quale Amri riuscì a ferire Movio prima di essere ucciso da Scatà.

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