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Separate le due gemelline siamesi nate lo scorso agosto: l’eccezionale intervento a Bergamo

Le due gemelline siamesi nate lo scorso agosto a Bergamo sono state divise grazie a un eccezionale intervento chirurgico, il primo mai eseguito nell’ospedale Papa Giovanni XXIII. I medici hanno separato le bimbe, che alla nascita condividevano parte del fegato e dell’intestino. Le condizioni delle piccole sono stabili, anche se non sono ancora fuori pericolo.
A cura di Francesco Loiacono
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Ci sono volute tre équipe di medici e un lungo intervento, mai effettuato prima d'ora in Lombardia e molto raro in Italia, per separare le due gemelline siamesi nate lo scorso agosto all'ospedale Papa Giovanni XXIII a Bergamo. L'operazione, come riporta lo stesso ospedale in una nota, è stata eseguito lo scorso mercoledì 31 gennaio. Le due bambine, figlie di una giovane coppia residente in Lombardia, si trovano adesso nel reparto di Chirurgia pediatrica, dopo aver trascorso alcuni giorni in Terapia intensiva. Le loro condizioni sono stabili anche se, considerando gli alti rischi connessi al decorso post operatorio in questo genere di interventi, la prognosi resta riservata e non possono considerarsi fuori pericolo.

È la prima operazione del genere nell'ospedale di Bergamo

Le gemelline siamesi erano nate lo scorso 23 agosto dopo un complesso parto cesareo: le bimbe condividevano una piccola parte del fegato e dell'intestino. Era la prima volta che all'ospedale bergamasco si assisteva alla nascita di gemelli siamesi, evento molto raro come riporta anche la letteratura medica: si verifica un caso ogni 200mila nascite. Anche se in tre casi su quattro le malformazioni che derivano dalla particolare condizione dei bimbi non consente agli stessi di sopravvivere, ci sono eccezioni in cui i medici riescono a separare i gemellini consentendo loro di vivere separati. È il caso dell'operazione in questione, che non ha fatto registrare complicazioni, con cui i medici del nosocomio bergamasco sono riusciti a ricostruire i dotti biliari delle bimbe – che erano unite proprio nella parte del corpo che li ospita, all'altezza dell'addome – mettendole nelle condizioni di vivere separate l'una dall'altra. La speranza dei genitori e di tutti è che le piccole possano adesso riprendersi appieno quanto prima dall'intervento.

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