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Senegalese ucciso a Corsico, si consegna il killer: nel ’98 aveva già compiuto un omicidio

Si è consegnato Fabrizio Butà, il killer di Assane Diallo, il 54enne senegalese ucciso a colpi d’arma da fuoco a Corsico lo scorsa sabato sera. Il movente non ha nulla a che fare con moventi razziali, ma con piccoli sgarri: secondo l’assassino Diallo tormentava la sua compagna. L’uomo nel 1998 aveva già compiuto un omicidio dopo una lite sui Navigli, uccidendo il postino Domenico Baratta in uno scambio di persona.
A cura di Valerio Renzi
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Si è consegnato nella tarda serata di ieri Fabrizio Butà, 47 anni, il killer reoconfesso del cittadino di origine senegalese Assane Diallo. Assieme alla compagna – arrestata per favoreggiamento e possesso di sostanze stupefacenti – ha citofonato alla caserma dei carabinieri di Corsico, hinterland sud di Milano e raccontato la sua versione dei fatti al pm Christian Barilli, titolare dell'indagine, e al tenente Armando Laviola. Per prima cosa ha indicato dove si trovava l'arma del delitto, ovvero nella cantina della campagna, dove i militari hanno ritrovato una pistola con matricola abrasa e 70 grammi di cocaina.

Il movente non avrebbe nulla a che fare con l'odio razziale, come ipotizzato dalla moglie del 54enne subito dopo l'omicidio, ma invece con piccoli sgarri che sarebbero intercorsi tra Diallo e il suo assassino. I due si sarebbero dati appuntamento per "chiarire" – come raccontano anche i tabulati telefonici – a pochi metri dall'Erica Bar in via delle Querce, dove si trovava Diallo. Lo scambio di battute tra i due è subito degenerato e Butà ha estratto l'arma facendo fuoco. Da quanto si apprende il 47enne ce l'aveva con la sua vittima perché molestava la compagna, assillandola con richieste di denaro.

L'assassino di Assane Diallo aveva già ucciso

Ora Fabrizio Butà è detenuto nel carcere di San Vittore, dove è stata trasferita anche la compagna. Nel 1998 l'uomo aveva già ucciso: dopo una lite sui Navigli era tornato aprendo il fuoco. Una vera esecuzione in mezzo alla strada, in cui era rimasta uccisa anche la persona sbagliata, Domenico Baratta, un postino di 34 anni, che nulla aveva a che fare con il diverbio avvenuto poco prima. Per quell'omicidio il 47enne ha scontato 16 anni di reclusione.

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