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Scontro sulla vendita dello Ieo: d’accordo moglie e figlio di Veronesi, no dei medici

Due colossi della sanità lombarda, Humanitas e Gruppo San Donato, hanno presentato una manifestazione di interesse congiunta per acquisire l’Istituto europeo di Oncologia di Milano e il Monzino. Favorevoli all’ipotesi la vedova di Umberto Veronesi, fondatore dello Ieo, e il figlio Paolo. Contrari primari e direttori di divisione, che vogliono salvaguardare l’indipendenza della struttura e il suo statuto che prevede di reinvestire gli utili nella ricerca.
A cura di Francesco Loiacono
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Il mondo della sanità milanese è in fibrillazione dopo la notizia del possibile passaggio dell'Istituto europeo di Oncologia (Ieo) e dell'ospedale cardiologico Monzino ai due colossi Gruppo San Donato e Humanitas. Una manifestazione di interesse congiunta da parte delle due importanti realtà imprenditoriali (guidate rispettivamente da Paolo Rotelli e Gianfelice Rocca) è giunta al presidente dello Ieo Carlo Buora lo scorso 17 gennaio, e verrà discussa dal Consiglio d'amministrazione il prossimo 17 febbraio.

La vedova di Veronesi: "Umberto guarderebbe con favore al progetto"

Ma intanto la notizia ha prodotto reazioni contrastanti, provocando una vera e propria spaccatura tra la vedova di Umberto Veronesi, il "padre" dello Ieo scomparso lo scorso novembre, e i primari dell'istituto. Sultana Razon, moglie di Umberto Veronesi e oncologa pediatrica, ritiene infatti che il marito "guarderebbe con favore a un progetto" come quello che si concretizzerebbe col passaggio dello Ieo ai due colossi: "La sinergia tra questi due poli (Ieo e Humanitas, ndr) creerebbe uno dei maggiori centri per la lotta al cancro a livello mondiale, aumentando le possibilità di vincere questa battaglia". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Paolo Veronesi, uno dei figli del professore, che dirige il reparto di Senologia chirurgica sempre allo Ieo: "Papà sarebbe stato felice".

Contrari i primari: "Salvare indipendenza e statuto dello Ieo"

Dall'altra parte, però, contrari alla proposta sono i comitati di direzione dell'Istituto e del Monzino. Primari e direttori di divisione hanno scritto una lettera agli azionisti per manifestare la propria contrarietà. Tra i principali motivi addotti, oltre a quello di mantenere l'indipendenza delle strutture, anche la difesa dello specifico statuto che caratterizza lo Ieo dalla sua fondazione (nel 1994) e il Monzino dal 2000, quando è stato acquisito dallo Ieo. Le due strutture, infatti, non prevedono di distribuire agli azionisti dividendi: in pratica, gli eventuali utili ottenuti alla fine di ogni anno vengono destinati a programmi di ricerca, con l'obiettivo di migliorare la qualità delle cure per i pazienti, al contrario di quanto accade per Humanitas e Gruppo San Donato.

Proprio uno degli azionisti dello Ieo, Intesa Sanpaolo (che ha il 7,36 per cento delle quote), sarebbe lo sponsor principale dell'operazione, che rischia di creare molte tensioni in via Ripamonti. Dal Cda dello Ieo, per ora, non hanno voluto commentare le parole della vedova di Umberto Veronesi.

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