Scontri prima di Inter-Napoli, sei ultrà a processo immediato: “Piovella in contatto coi tifosi del Nizza”
Il giudice per le indagini preliminari di Milano Guido Salvini ha firmato il decreto di giudizio immediato per i primi sei ultras arrestati nell'ambito degli scontri avvenuti a Milano prima della partita tra Inter e Napoli dello scorso 26 dicembre. La vicenda finì drammaticamente al centro delle cronache per via della tragica morte di Daniele Belardinelli, ultras varesino di 39 anni che venne investito da una o più auto e morì poco dopo all'ospedale San Carlo per le conseguenze dell'investimento. Belardinelli era a capo del gruppo Blood and honour, frangia di estrema destra che fa parte della curva del Varese. La sera di Santo Stefano infatti, a partecipare all'agguato ad alcuni ultras del Napoli c'erano non solo esponenti del tifo organizzato nerazzurro ma anche tifoserie gemellate come Varese e Nizza. E proprio le telefonate tra uno degli ultras arrestati, il leader dei Boys dell'Inter Marco Piovella, e un supporter del Nizza sono finite negli atti del processo che si aprirà nei confronti dei primi sei ultras arrestati. Si tratta oltre a Piovella di Luca Da Ros (unico tra gli arrestati che ha ottenuto i domiciliari per la sua collaborazione con gli inquirenti), Francesco Baj e Simone Tira, arrestati il 28 dicembre, del fondatore dei Viking Nino Ciccarelli e di Alessandro Martinoli, anche lui appartenente al gruppo "Blood and honour" del Varese.
Dal processo immediato resta fuori l'accusa di omicidio
Nel processo immediato i sei ultras dovranno rispondere di rissa aggravata dalla morte di Belardinelli, lesioni nei confronti di quattro tifosi napoletani che vennero accoltellati prima della partita in programma allo stadio Meazza di San Siro e di lancio di oggetti pericolosi. Resterà fuori da questo procedimento l'accusa di omicidio volontario per la morte di Belardinelli: un'accusa contestata agli oltre 30 ultras indagati per la vicenda che è ancora al centro delle indagini da parte della procura di Milano. I legali degli imputati potranno adesso chiedere per i loro assistiti riti alternativi come il processo con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo in caso di condanna.