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Scapin accusa i ragazzi: “Sono stato aggredito”. Il padre di Luca: “Credo nella giustizia”

Accusa i ragazzi di averlo aggredito e poi di averlo seguito mentre era in auto rompendogli il lunotto, Matteo Scapin, il 33enne arrestato per la morte di Luca, 21 anni, e Matteo, 18, investiti dopo una serata in discoteca. Il gip lo ha interrogato ieri in carcere e ne ha disposto i domiciliari. Intanto il padre di Luca ha commentato la notizia dicendo di avere fiducia nella giustizia.
A cura di Chiara Ammendola
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Ha fiducia nella giustizia il padre di Luca, lo ha ripetuto nei giorni scorsi e anche ieri dopo la notizia della scarcerazione di Matteo Scapin, il 33enne arrestato per l'omicidio del figlio e dell'amico Matteo. Eppure nonostante la fiducia totale l'uomo non riesce a spiegarsi la decisione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bergamo Vito Di Vita di disporre gli arresti domiciliari per Scapin e di riqualificare l'ipotesi di reato iniziale di duplice omicidio volontario in omicidio stradale aggravato dall'omissione di soccorso. "Non capisco, non capisco. Io credo nella giustizia e ho fiducia nella giustizia, ma proprio non capisco", avrebbe detto con calma il padre di Luca, 21 anni, morto subito dopo l'impatto della Mini Cooper di Scapin con la sua Vespa. A raccontarlo è l'avvocato della famiglia Carissimi, Francesca Longhi che ha poi riferito di come l'uomo abbia chiamato gli amici di Luca e Matteo, invitandoli a casa e raccomandando loro di stare tranquilli e di non cercare vendette: "Noi crediamo nella giustizia e alla giustizia ci affidiamo".

Scapin scarcerato, al gip: Non ho capito più niente, volevo scappare

Intanto Matteo Scapin è tornato a casa così come disposto dal gip e si trova ora agli arresti domiciliari mentre le indagini vanno avanti: sono ancora tanti infatti i punti da chiarire nel ricostruzione di quanto accaduto nella tragica notte tra sabato 3 e domenica 4 agosto ad Azzano San Paolo, in provincia di Bergamo: ieri nel racconto fornito al gip il 33enne ha riportato una versione assai diversa rispetto a quella ricostruita dagli inquirenti inizialmente grazie anche alle testimonianze di alcune persone presenti sul luogo dell'incidente e alle immagini delle telecamere di videosorveglianza che avrebbero ripreso dentro e fuori il locale i litigi tra i tre. Scapin infatti ha raccontato prima di essere stato aggredito nel locale dai due amici, Luca e Matteo, in compagnia di altri ragazzi e poi di essere stato raggiunto mentre era nella propria auto dalla Vespa. È qui che la versione muta nettamente: i due infatti avrebbe affiancato l'auto di Scapin per poi rompergli il lunotto e il 33enne spaventato avrebbe tentato la fuga: "Ho sentito un rumore fortissimo, vedevo i fari dietro di me. Non ho capito più niente, volevo solo scappare". E così avrebbe fatto finendo per travolgere e uccidere i due amici.

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