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Scandalo delle biopsie in ritardo al San Paolo: il problema era noto dall’estate scorsa

La procura di Milano e una commissione d’inchiesta istituita dalla Regione Lombardia indagano sul cosiddetto “scandalo biopsie” all’ospedale San Paolo di Milano, dove un migliaio di biopsie sarebbero rimaste in sospeso per mesi a causa di carenza di personale e altri problemi organizzativi. Del problema, secondo quanto emerso da alcune e-mail, la direzione generale dell’ospedale era venuta a conoscenza già sette mesi prima che lo scandalo diventasse di dominio pubblico.
A cura di Francesco Loiacono
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L'ospedale San Paolo di Milano
L'ospedale San Paolo di Milano

Nuova puntata dello "scandalo biopsie" che ha travolto l'ospedale San Paolo di Milano e su cui la procura ha aperto un'inchiesta. Secondo l'ultima indiscrezione pubblicata dal "Corriere della sera", che ha seguito fin dall'inizio la vicenda, la direzione generale dell'ospedale milanese sarebbe venuta a conoscenza del problema legato alle biopsie rimaste in sospeso per mesi già nell'estate dello scorso anno, e dunque circa sette mesi prima che la vicenda divenisse di dominio pubblico. A confermarlo ci sarebbero alcune mail inviate dall'allora primario del laboratorio di Anatomia patologica, Gaetano Bulfamante, al direttore generale Marco Salmoiraghi, nelle quali il medico informava la direzione dell'ospedale, come si legge nell'oggetto di una mail inviata il 30 giugno, della "impossibilità ad espletare il servizio diagnostico dell’anatomia patologica".

I contenuti delle mail riportate dal "Corsera" sembrano piuttosto chiari nel descrivere la situazione critica a livello di personale nel reparto. Resta dunque da capire perché, per sopperire alla carenza d'organico e risolvere il problema dei circa mille vetrini in giacenza per mesi, siano stati necessari così tanti mesi. Un tempo lunghissimo per quei pazienti che aspettavano con ansia un responso sui loro esami, fondamentali per accertare l'eventuale presenza di un tumore. Solo a febbraio di quest'anno, una volta scoppiato il caso, la Regione Sanità ha istituito, su decisione dell'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, una commissione d'inchiesta per capire cosa sia accaduto. Il primo risultato di questa commissione è stata la rimozione del primario di Anatomia patologica, che a breve sarà trasferito agli ospedali pediatrici Buzzi o Macedonio Melloni per occuparsi di altri incarichi. Eppure Bulfamante, come riportato dal Corriere, aveva informato la direzione generale. L'impressione è che le responsabilità nella vicenda siano più estese: per fare luce su quello che sembra un grave caso di malasanità si attende a questo punto anche il lavoro della magistratura.

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