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San Giuliano, uccise l’anziano che accudiva strangolandolo: badante condannato a 16 anni di carcere

Juan Carlos Dominguez, il badante 35enne del Salvador che nel novembre 2017 uccise il 71enne Antonio Izzo strangolandolo, è stato condannato a 16 anni per omicidio volontario non premeditato. Il 35enne uccise il suo datore di lavoro nell’appartamento di San Giuliano Milanese in cui Izzo viveva: l’omicidio avvenne al culmine di una lite scoppiata perché Izzo voleva licenziarlo.
A cura di Francesco Loiacono
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Era stato assunto da circa un mese e mezzo come badante, per accudire un uomo di 71 anni di San Giuliano Milanese, Antonio Izzo. Ma Juan Carlos Dominguez, 35enne del Salvador, lo ha ucciso strangolandolo al culmine di una lite, scoppiata a quanto pare perché il suo datore di lavoro lo voleva licenziare. Adesso il 35enne è stato condannato: 16 anni di carcere per omicidio volontario non premeditato. La sentenza è stata emessa da un giudice del tribunale di Lodi al termine del processo con rito abbreviato. L'accusa, nella persona del procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, aveva chiesto per Dominguez 30 anni, ma il giudice ha riconosciuto all'imputato le attenuanti generiche che hanno di fatto annullato le aggravanti che gli erano contestate.

Il delitto nel novembre 2017: all'inizio si pensava a una morte naturale

Dominguez, che era stato arrestato a dicembre 2017, resta in carcere a Lodi. Il delitto risale al 25 novembre del 2017: il cadavere di Izzo venne rinvenuto nella sua abitazione in via Verdi in una frazione di San Giuliano, Borgolombardo. A trovare il corpo era stato il nuovo badante che avrebbe dovuto sostituire proprio Dominguez. All'inizio si era ipotizzato che si trattasse di una morte accidentale: sul cadavere di Izzo, ex dipendente dell'Eni in pensione che viveva da solo in una situazione piuttosto agiata, non erano infatti stati rilevati apparenti segni di violenza. Successivamente però si era scoperto che dall'abitazione mancavano alcuni oggetti appartenuti alla vittima: cellulare, tablet e alcuni gioielli, poi ritrovati in una borsa del savaldoregno. L'autopsia confermò che si era trattato di omicidio. Dominguez si era rifugiato a casa della cugina a Milano ed era pronto a fuggire e a tornare in patria. Durante l'interrogatorio aveva poi confessato il delitto, dicendo di aver ucciso Izzo strangolandolo perché aveva paura di perdere il posto di lavoro.

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