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Rocco Morabito, superlatitante catturato in Uruguay: era il boss della cocaina a Milano

Rocco Morabito, il superlatitante della ‘ndrangheta arrestato in Uruguay, era considerato il “re della coca” di Milano. Nel capoluogo lombardo veniva distribuita buona parte della droga che arrivava dal Sud America. A Milano era arrivato negli anni Ottanta, frequentando locali e night.
A cura di Francesco Loiacono
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Il suo nome era (ed è ancora, l'elenco deve ancora essere aggiornato) nella lista dei cinque latitanti più pericolosi ricercati dalle forze dell'ordine italiane. Fantasma per 23 anni, Rocco Morabito è stato finalmente arrestato in Uruguay, in un hotel di Punta del Este, rinomata località turistica che si trova a 140 chilometri dalla capitale Montevideo. Un'operazione che interessa da vicino anche Milano, città che per anni è stata il punto di approdo dei carichi di cocaina che il boss della ‘ndrangheta faceva partire dal Sudamerica verso l'Italia. Morabito era arrivato nel capoluogo lombardo negli anni Ottanta, nel pieno della Milano da bere. E, come riporta Cesare Giuzzi sul "Corriere della sera", si era tuffato appieno nella scintillante vita notturna milanese dell'epoca, frequentando locali e night club e dando di sé un'immagine diversa da quella dei boss della ‘ndrangheta solitari e dal basso profilo. Nel capoluogo lombardo Morabito risulta ancora formalmente residente, anche se durante la sua permanenza in Lombardia viveva in una villetta a Casarile, ora confiscata e sede di una biblioteca.

Morabito si spacciava per brasiliano

Morabito è nato ad Africo, in provincia di Reggio Calabria, il 13 ottobre del 1966: a breve compirà 51 anni. Esponente di spicco dell'omonima cosca della Locride, era ricercato dal 1994 per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e altri gravi reati, per i quali deve espiare la pena di 30 anni di reclusione. Una condanna rimediata al termine dell'indagine denominata "Fortaleza", località costiera del Brasile dove Morabito ha soggiornato per diverso tempo. Dal 10 febbraio del 1995, dopo l'emissione della "Red Notice" internazionale e del conseguente mandato d’arresto da parte della procura della Repubblica di Reggio Calabria, Morabito era ricercato in tutto il mondo. Si nascondeva in Uruguay, dove aveva ottenuto nuovi documenti spacciandosi per il brasiliano Francisco Antonio Capeletto Souza e "ringiovanendosi" di un anno e un giorno: risultava infatti nato il 14 ottobre del 1967 a Rio De Janeiro.

L'arresto lo scorso sabato a Punta del Este

L'arresto di Morabito risale allo scorso sabato: è stato eseguito dalle autorità di polizia uruguagie con la fondamentale collaborazione dello Scip (Servizio per la cooperazione internazionale della Polizia di Stato) e dell'esperto per la sicurezza di stanza a Buenos Aires, che ha competenza anche per l’Uruguay. Il superlatitante si nascondeva in un hotel assieme alla moglie, una donna di 54 anni angolana ma con passaporto portoghese. Nella sua abitazione sono state sequestrate dodici carte di credito, assegni, denaro contante, 13 telefonini, armi, una Mercedes e molte sue fotografie.

In cima all'elenco dei superlatitanti ricercati dalle forze dell'ordine italiane restano adesso il "capo dei capi" della mafia Matteo Messina Denaro, Giovanni Motisi, Attilio Cubeddu e il camorrista Marco Di Lauro.

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