Ricciardi (Oms) boccia il progetto di Fontana: “La Lombardia non può permettersi di riaprire”
"Riaprire il 4 maggio in indipendentemente dalle condizioni epidemiologiche? La Lombardia non se lo può permettere". Con poche parole Walter Ricciardi, rappresentante italiano dell'Organizzazione mondiale della sanità, gela le speranze della giunta regionale di Attilio Fontana, che ha chiesto al governo di permettere una prima riapertura delle attività dal 4 maggio nel rispetto di alcune condizioni di sicurezza tra cui il distanziamento sociale, l'uso di dispositivi di protezione, l'incentivo allo smart working e l'uso dei test per diagnosticare la positività al coronavirus.
Ricciardi: Riapertura? La Lombardia non se la può permettere
Per il membro dell'Oms questo non può avvenire al momento. "Mi pare che la richiesta della Lombardia sia di riaprire il 4 maggio indipendentemente dalle condizioni epidemiologiche. Non se lo può permettere, anche perché in questo momento ha una condizione epidemiologica di particolare gravità. Certamente in miglioramento, ma di particolare gravità", ha ricordato Ricciardi, che è anche consulente del ministro della Salute per l'emergenza e quindi avrà voce in capitolo nella decisione. Già nelle prime ore dopo la richiesta della Lombardia, esponenti del governo hanno espresso perplessità e criticato la presunta "fuga in avanti" del governatore lombardo. Anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha criticato Fontana accusandolo di dare messaggi confusi.
Ricciardi, in un'intervista a ilcaffeonline.it, ha spiegato la sua posizione: "Tra i paesi europei la Lombardia è la regione che in questo momento ha maggiori problemi. Non l'Italia, ma la Lombardia", ha detto, "mi sembra non saggio fare delle aperture a prescindere dalle valutazioni oggettive. I paesi che come l'Austria e la Svezia stanno agendo senza tener conto di queste valutazioni penso che pagheranno un prezzo. Lo vedremo nelle prossime settimane".
Fontana: Riapertura solo con parere positivo degli scienziati
Attilio Fontana, durante la diretta per comunicare il bollettino del contagio in Lombardia, ha chiarito che ogni decisione sarà presa nel rispetto del parere degli esperti. "Ovviamente la riapertura è subordinata al via libera degli scienziati, non ci assumiamo una responsabilità di questo genere senza la certezza che si possa fare", ha detto, "dovrà avvenire rispettando la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini lombardi. Sarà un nuovo modo di affrontare il lavoro e la quotidianità, bisogna prepararsi con un certo anticipo".