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“Apriamo il 4 maggio”: scontro tra governo e Lombardia, Fontana sfida Conte e poi fa marcia indietro

Riaprire le attività produttive dal 4 maggio. È scontro tra governo e giunta regionale sulla richiesta della Lombardia di riavviare tutto con una serie di misure precauzionali come l’uso della mascherina, il distanziamento e gli ingressi scaglionati al lavoro. Una fuga in avanti che Palazzo Chigi non ha gradito. Il viceministro Stefano Buffagni ha definito il progetto di Attilio Fontana “un errore” perché “andare in ordine sparso rischia di alimentare confusione nei cittadini e nelle imprese”. Nella tarda serata di mercoledì il governatore lombardo ha fatto in parte marcia indietro: “Non ci permettiamo di parlare di attività produttive, che sono una questione di esclusiva competenza del governo centrale”.
A cura di Simone Gorla
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Dal no alle prime riaperture delle cartolerie nel nome della linea dura per contenere l'emergenza, all'improvvisa accelerazione con la proposta di fare ripartire le attività produttive il 4 maggio. Regione Lombardia sfida il governo e prova ad anticipare i tempi con una proposta per riavviare la produzione in tempi brevi. Ma Palazzo Chigi gela gli entusiasmi e il governatore Attilio Fontana è costretto a fare una parziale marcia indietro e assicurare: "Noi non ci permettiamo di parlare di attività produttive, che sono una questione di esclusiva competenza del governo centrale".

La sfida della Lombardia: Apriamo le attività il 4 maggio

Il braccio di ferro tra Roma e Milano inizia dopo l'annuncio della giunta lombarda che, in una nota, comunica di avere un piano per riattivare il sistema produttivo. Un progetto elaborato con il supporto del "comitato dei saggi" composto dai rettori delle università milanesi basato su una serie di misure di sicurezza. Oltre all'idea degli ingressi scaglionati in aziende e uffici per evitare di affollare i mezzi pubblici, la proposta si basa su 4 D: distanziamento, dispositivi di sicurezza, diagnosi tramite test sierologici e digitale (che significa continuare lo smart working dove possibile).

La reazione del governo: È un errore, andare in ordine sparso alimenta confusione

Dall'esecutivo la reazione è gelida e viene affidata a Stefano Buffagni, viceministro e deputato milanese del Movimento 5 Stelle. "La richiesta della Lombardia di avere il via libera alle attività produttive a partire dal 4 maggio è un errore. Da sempre Fontana ha sostenuto una linea rigorosa e fortemente restrittiva e oggi, sorprendentemente, decide – non si comprende sulla base di quali dati – di aprire. Andare in ordine sparso rischia di alimentare confusione nei cittadini e nelle imprese che invece esigono chiarezza". Alle 4 D della Lombardia il viceministro oppone le sue 4 C: "Calma, coerenza, coscienza e criterio".

La marcia indietro del governatore

Nella tarda serata di mercoledì, il governatore lombardo ha risposto con una mezza marcia indietro: "Noi non ci permettiamo di parlare di attività produttive, che sono una questione di esclusiva competenza del governo centrale. Parliamo di una graduale ripresa delle attività ordinarie", ha dichiarato Fontana parlando di "una graduale ripresa che dovrà essere concordata con il governo. Io faccio parte della cabina di regia che deve provvedere alla riapertura e fare le scelte necessarie per ripartire. Credo che sia giusto iniziare a pensare come ci si dovrà attrezzare a convivere con questo virus".

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