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Ricatto hard a un prete di Mantova, il religioso: “Sono stato drogato”. Due anni per l’estorsore

Un uomo ha patteggiato una pena di due anni e tre mesi per estorsione. Avrebbe chiesto cinquemila euro a un prete del Basso Mantovano per evitare di diffondere un presunto video che li ritraeva assieme in atteggiamenti intimi. Il sacerdote però si è difeso sostenendo di non ricordare nulla e di essere stato drogato: ha denunciato il suo ricattatore, aiutando gli inquirenti a individuarlo.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Da una parte c'era stato un presunto video che aveva catturato alcuni momenti intimi tra un prete del Basso Mantovano e un uomo. Dall'altra, dopo questo video per il sacerdote era iniziato un incubo: la persona con cui era immortalata aveva iniziato a ricattarlo, chiedendogli soldi per non pubblicare il filmato ed evitare così che venisse fuori uno scandalo. Ma il prete ha reagito anche perché, di quell'incontro, non ricordava nulla: agli inquirenti, da cui era andato per denunciare l'estorsione, aveva spiegato che probabilmente l'uomo con cui era stato immortalato aveva usato delle sostanze stupefacenti, probabilmente la cosiddetta "droga dello stupro", per renderlo del tutto incosciente. Il prete, coraggioso e determinato, è andato avanti per la sua strada, evidentemente ritenendo davvero di non avere alcuna colpa: grazie alle sue descrizioni ha aiutato gli inquirenti a individuare l'estorsore, un cittadino marocchino della zona. L'uomo è stato arrestato ed è finito davanti al giudice per l'udienza preliminare Matteo Grimaldi: alla fine ha patteggiato una pena di due anni e tre mesi. Restano ancora alcuni misteri: innanzitutto del video incriminato non ci sarebbe traccia. In secondo luogo i due presunti complici del ricattatore, due cittadini italiani, non sono ancora stati individuati dagli inquirenti. Il prezzo che il prete avrebbe dovuto pagare per "comprare" il silenzio del ricattatore era stato fissato in cinquemila euro. Ma queste storie (che soprattutto con la diffusione dei social network non sono così rare) insegnano che spesso gli estorsori non si limitano alle prime richieste: giusto quindi stopparli il prima possibile.

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