Regionali Lombardia, Renzi: “Gori candidato straordinario”. Sì alle primarie, ma vincolanti

Arriva dal segretario del Pd, Matteo Renzi, l'ennesima incoronazione per Giorgio Gori come candidato dei democratici alle prossime regionali lombarde del 2018: sarà "uno straordinario candidato", ha detto Renzi parlando a Lodi durante la Festa dell'Unità. Nel corso dell'incontro, a cui hanno partecipato anche il vicesegretario dei dem Lorenzo Guerini (Lodi è il suo "feudo") e i segretari di Lombardia e Milano, Alessandro Alfieri e Pietro Bussolati, più che dell'ormai certo ruolo del sindaco di Bergamo come candidato del Pd si è discusso di quello che è il prossimo nodo da sciogliere in vista della sfida all'attuale governatore Roberto Maroni, in corsa per il suo secondo mandato: le primarie di coalizione.
Primarie sì, ma vincolanti per tutti
Come era già emerso negli scorsi giorni, sembra confermata l'apertura del Pd alla consultazione popolare per scegliere il candidato. Ma a determinate condizioni: in primis, non ci saranno altri candidati all'interno del partito, e Gori sarà dunque candidato unico del Pd: svanirebbero così le ipotesi di una guerra interna, ad esempio con il cattolico Fabio Pizzul. In secondo luogo – cosa abbastanza ovvia – le primarie ci saranno solo se richieste dagli altri alleati e in presenza di almeno uno sfidante. Ma è il terzo punto quello più importante: "Qualsiasi sia l'esito di questo percorso, deve essere vincolante per tutti". Lo ha detto Guerini, parlando indirettamente a Mdp, il partito nato dalla scissione del Pd e che potrebbe creare qualche problema nel percorso di scelta del candidato che dovrà sfidare il leghista Maroni.
L'attuale sindaco di Bergamo Gori, ormai candidato in pectore, ha ribadito il concetto: "Se le primarie sono lo strumento per portare tutti movimenti della sinistra a lavorare insieme, perché no? L'importante è che poi siano pronti ad attenersi a un impegno vincolante, perché poi chi vince è il candidato di tutti".