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Referendum per l’autonomia della Lombardia, si vota a ottobre. Maroni: “Domani la data”

Si terrà a ottobre l’annunciato (e contestato) referendum consultivo per chiedere al governo maggiore autonomia per la Lombardia. Lo ha affermato il governatore Roberto Maroni, spiegando che domani sarà resa nota la data precisa. Polemico il Pd: “Maroni vuole spendere 46 milioni di euro per fare una cosa che si può fare gratis”. Cauti i 5 stelle, che due anni fa votarono a favore del referendum: “Persi due anni, vogliamo i fatti”. Entusiasta invece Matteo Salvini: “Non vedo l’ora di votare lo stesso giorno in Lombardia e Veneto”.
A cura di Francesco Loiacono
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Si terrà a ottobre l'annunciato (e contestato) referendum consultivo per l'autonomia della Lombardia. Lo ha affermato il governatore Roberto Maroni, spiegando che domani sarà resa nota la data precisa: "Abbiamo già fatto la gara per il sistema elettronico di voto – ha spiegato Maroni a margine dell'inaugurazione della XXVIIesima edizione del Salone dello Studente di Milano – ora ci sono diverse procedure da attivare e un crono programma. Oggi definirò gli ultimi dettagli e domani in giunta regionale, che terremo a Bergamo, annuncerò la data".

Alfieri (PD): "Referendum costa 46 milioni, l'autonomia si può ottenere gratis"

Il referendum ha una lunga storia alle spalle. Era stato approvato dal Consiglio regionale nel febbraio del 2015, con il voto a favore della maggioranza e quello, determinante, del Movimento 5 stelle. A votare contro era stato invece il Pd. I democratici fin da subito avevano contestato i costi di un'operazione a loro dire inutile, in quanto l'obiettivo del referendum – chiedere al governo centrale di trasferire maggiori competenze alla Regione in base agli articoli 116 e 117 della Costituzione – secondo loro potrebbe essere ottenuto anche tramite altre strade a costo zero. La posizione del Pd è stata ribadita dal segretario regionale Alessandro Alfieri: "Maroni vuole passare alla storia come il presidente della Lombardia che ha speso 46 milioni di euro per fare una cosa che si può fare gratis. Il referendum consultivo serve per avviare il percorso costituzionale per trasferire alla Lombardia maggiori competenze, cioè serve per indire una riunione a Roma – ha detto Alfieri -. Il Pd lombardo crede da sempre che la nostra Regione dovrebbe avere competenze più di altre e per questa ragione ha offerto ormai un anno e mezzo fa un documento unitario dei sindaci dei capoluoghi e dei presidenti di Provincia, amministratori che rappresentano dieci milioni di cittadini lombardi, con cui andare insieme a Maroni ad aprire il tavolo con il Governo. Maroni non ne ha fatto nulla, così come non fece nulla per dare maggiore autonomia alla Lombardia nei tanti anni in cui è stato ministro. Ci ripensi, non è con inutili iniziative di parte ma tenendo insieme il territorio lombardo che si possono ottenere risultati per i cittadini", ha concluso.

Movimento 5 stelle: "Persi due anni, vogliamo i fatti"

Ma anche dal Movimento 5 stelle, che due anni fa votò a favore del referendum consultivo anche grazie alla promessa che si sarebbe per la prima volta introdotto il voto elettronico (per il quale è stata già svolta la gara), arriva qualche critica al governatore Maroni: "Speriamo sia la volta buona, per colpa di Maroni i lombardi hanno perso due anni per ottenere ciò che lo stesso Maroni e la Lega rivendicano, ma non fanno mai nulla per ottenere", ha affermato il consigliere regionale Dario Violi: "L'annuncio della data non ci basta perché il presidente è un campione di ‘annuncite', vogliamo vedere il decreto firmato", ha aggiunto Violi. Dal Movimento sono poi arrivate altre accuse al governatore: "Maroni fin qui ha evitato il Referendum, addossando al Governo il rallentamento della chiamata alle urne dei lombardi". "Evidentemente – ha poi aggiunto – ha paura perché questo Referendum, grazie al lavoro del M5S, non sarà una consultazione concentrata sulla solita propaganda leghista sull'autonomia in salsa padana".

Salvini entusiasta: "Non vedo l'ora di votare lo stesso giorno in Lombardia e Veneto"

Chi si è mostrato entusiasta dopo l'annuncio di Maroni è invece il segretario del Carroccio Matteo Salvini: "Sono entusiasta, non vedo l'ora di votare lo stesso giorno in Lombardia e Veneto", ha riferito all'Ansa Salvini. La consultazione popolare dovrebbe riguardare infatti anche la regione guidata dal leghista Luca Zaia, che si sentirà con Maroni. Accantonata l'ideologia secessionista cara all'Umberto Bossi degli anni Novanta, la Lega guarda adesso al referendum sull'autonomia come nuovo traguardo. Salvini ha difatti affermato: "Il mio sogno è quello di Gianfranco Miglio (ideologo della Lega, ndr), l'unità nel rispetto delle diversità. Quindi il referendum è fantastico".

Il quesito referendario

Il quesito approvato dal Pirellone, e che verrà sottoposto ai cittadini lombardi, è il seguente: "Volete voi che la Regione Lombardia, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma della Costituzione?". Nessun riferimento allo "statuto speciale", base da cui era partita all'inizio la Lega.

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