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Rapina in una gioielleria in via Mac Mahon a Milano: tre arrestati, anche un ex pizzaiolo

Tre rapinatori sono stati arrestati dalla squadra mobile di Milano per un colpo in una gioielleria di via Mac mahon avvenuto il 30 gennaio dello scorso anno. Si tratta di un ex pizzaiolo, di un suo dipendente e di un terzo complice, tutti pregiudicati. Due di loro erano già in carcere per reati contro il patrimonio. I rapinatori avevano legato le titolari della gioielleria e prima di fuggire avevano portato via l’impianto di video sorveglianza. Ma sono stati traditi dalle immagini registrate da altre telecamere.
A cura di Francesco Loiacono
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Le auto dei rapinatori individuate grazie alle telecamere del Comune (Foto: Questura di Milano)
Le auto dei rapinatori individuate grazie alle telecamere del Comune (Foto: Questura di Milano)

Il 30 gennaio dello scorso anno tre rapinatori si erano introdotti in una gioielleria in via Mac Mahon a Milano. Avevano immobilizzato le due titolari, legando loro mani e piedi alle sedie con del nastro adesivo. Poi avevano preso dieci anelli in oro e 200 orologi, per un valore complessivo di circa 40mila euro. Prima di fuggire i tre malviventi, che evidentemente avevano ben pianificato il colpo, si erano impossessati anche dell'impianto di video sorveglianza che aveva ripreso i loro volti: i tre infatti erano entrati fingendosi normali clienti e avevano poi aggredito le titolari del negozio di preziosi, mettendo a segno la rapina.

I rapinatori incastrati dalle targhe delle loro auto

Alla squadra mobile di Milano è servito quasi un anno per individuare e arrestare i responsabili. Si tratta di pregiudicati per furto, rapina e reati contro la persona. Due di loro erano già in carcere a San Vittore, sempre per reati contro il patrimonio: il terzo complice è stato invece bloccato e arrestato nel Senese. Uno dei malviventi è un ex pizzaiolo: gestiva un locale alla periferia di Milano, in via Aldini e proprio la sua pizzeria, nella quale lavorava come dipendente un altro degli arrestati, era divenuto il luogo di incontro per pianificare il colpo. E alla fine è stata proprio l'eccessiva pianificazione probabilmente a tradire i tre rapinatori. In mancanza delle immagini delle telecamere della gioielleria gli investigatori della squadra mobile hanno infatti analizzato quelle riprese da alcune telecamere comunali e private installate nei pressi del negozio. Nei filmati comparivano spesso tre vetture, risultate intestate ai tre pregiudicati e utilizzate per compiere i sopralluoghi per organizzare al meglio il colpo. Le successive verifiche hanno quindi incastrato i tre, facendo scattare l'arresto.

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