Ragazzina minorenne violentata dal branco a Como: gli abusi ripresi in video dagli aguzzini

Il pomeriggio di terrore era stato preparato da giorni. E i cinque ragazzi finiti in carcere ieri a Como per violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona e lesioni avevano pensato anche ai dettagli. Sono gli ulteriori elementi che emergono sulla brutta vicenda avvenuta la scorsa estate in un paesino vicino Cantù, in provincia di Como, ed emersa nelle cronache solo ieri, quando al termine di lunghe e delicate indagini dei carabinieri della compagnia di Como per i cinque protagonisti in negativo si sono aperte le porte del carcere. La dinamica di quanto avvenuto nel pomeriggio del 14 luglio è quella emersa già ieri: i cinque, tutti studenti tra i 17 e i 19 anni di origini albanesi e marocchini, regolari e integrati in Italia, hanno scelto di vedersi nel bilocale in cui uno di loro abita con i genitori, in quel momento fuori per lavoro. E hanno invitato quattro amiche, tutte minorenni, che loro già conoscevano per via delle frequentazioni scolastiche e dei luoghi di ritrovo giovanili a trascorrervi un pomeriggio a base di alcol e spinelli.
Gli aguzzini sapevano già cosa sarebbe accaduto
Il dettaglio in più, riportato dal "Corriere della sera", è che i cinque sapevano già cosa sarebbe accaduto in quell'appartamento: appena entrati uno di loro ha girato la chiave e l'ha nascosta, poi tre amiche sono state di fatto sequestrate per circa un paio d'ore e minacciate per non farle urlare. Nel frattempo i cinque si sono accaniti contro l'altra amica, una ragazzina di 16 anni: non si sa perché sia stata presa di mira solo lei. Fatto sta che il branco l'ha circondata, l'ha spogliata, l'ha palpeggiata, il tutto mentre uno di loro riprendeva col telefonino la scena. La giovane avrebbe cercato invano di divincolarsi, ricevendo anche morsi dai suoi aguzzini che l'hanno minacciata anche di divulgare subito i filmati se non avesse smesso di muoversi. Solo dopo ore, quando evidentemente i cinque giovani si sono ritenuti soddisfatti, hanno lasciato andare via le ragazze. Alcune di loro forse erano arrivate nell'appartamento già poco lucide a causa di alcol e droga, ma questo non cambia naturalmente nulla rispetto all'incubo che hanno vissuto e alla responsabilità del branco.
Le polemiche a livello politico
E difatti la gravità del comportamento degli aguzzini – "animali che aggrediscono la loro preda" li definisce il giudice nell'ordinanza di custodia cautelare – li ha portati dritti in carcere, senza che l'ipotesi dei domiciliari sia stata presa in considerazione. L'episodio venuto alla luce ieri ha inevitabilmente alimentato anche polemiche politiche, con la Lega e Fratelli d'Italia che si sono scagliate contro l'immigrazione "incontrollata" auspicando in un caso anche che i responsabili, dopo aver scontato la loro pena, tornino nei loro Paesi. Ma la realtà è che il loro Paese è l'Italia, dove le famiglie dei ragazzi sono ben inserite da anni: nella maggior parte dei casi si tratta di onesti lavoratori, solo uno dei genitori dei ragazzi ha dei precedenti che risalgono però a molti anni fa.