134 CONDIVISIONI

Ragazzi investiti e uccisi dopo lite in discoteca, per il Riesame è stato omicidio volontario

Il tribunale del Riesame ha accolto la richiesta del pm e disposto la misura cautelare in carcere per Matteo Scapin, il 33enne accusato di aver ucciso i due amici Luca Carissimi e Matteo Ferrari, morti dopo essere stati investiti in scooter. L’accusa per lui è di omicidio volontario e non più omicidio stradale.
A cura di Chiara Ammendola
134 CONDIVISIONI
Luca Carissimi e Matteo Ferrari
Luca Carissimi e Matteo Ferrari

Per il Riesame, che ha accolto il ricorso del pm Raffaella Latorraca sulla misura cautelare contro l'ordinanza del giudice per le indagini preliminari che aveva disposto i domiciliariMatteo Scapin avrebbe ucciso volontariamente Luca Carissimi e Matteo Ferrari. E per questo dovrà tornare in carcere. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza depositate nelle scorse ore dal tribunale del Riesame in merito alla decisione di cambiare la misura cautelare del 33enne di Curno accusato di aver ucciso i due amici lo scorso 4 agosto ad Azzano San Paolo in provincia di Bergamo.

Non ha tenuto conto della gravità delle sue azioni

Era a bordo della sua Mini Cooper, Scapin, e con lui seduta al lato passeggero c'era anche la fidanzata: poco prima aveva avuto un litigio con Carissimi e Ferrari, due giovani di soli 21 e 18 anni, accusati di aver fatto degli apprezzamenti proprio alla sua compagna. La discussione nata all'interno della discoteca Setai di Orio al Serio era proseguita anche fuori, nel parcheggio del locale, prima dell'ultimo scontro, quello finale, avvenuto in strada lungo la provinciale Cremasca. Scapin avrebbe infatti dato il via a un inseguimento con i due amici che erano invece in sella a una Vespa, un inseguimento terminato con l'investimento mortale di Carissimi a Ferrari, morti a poche ore di distanza l'uno dall'altro. Scapin, fuggito subito dopo, era stato poi fermato e arrestato. Il 14 agosto, dieci giorni dopo la tragedia, il giudice delle indagini preliminari aveva deciso di scarcerarlo, riqualificando in omicidio stradale l'accusa iniziale di omicidio volontario.

Attesa per la relazione del perito sulla ricostruzione dell'incidente

Ora il Riesame ha stabilito che la versione di Scapin, che ha sempre raccontato di aver accelerato con la sua Mini Cooper preso dal panico e dalla paura dopo che i due amici gli avevano distrutto il lunotto posteriore col casco, si scontrerebbe non solo con alcune testimonianze ma anche con le immagini delle telecamere di sorveglianza. Il 33enne infatti secondo il pm, mentre guidava in stato di ebbrezza avrebbe accelerato senza tener contro delle possibili gravi conseguenze: i due amici testimoni non avrebbero assistito alla distruzione del lunotto, co come non avrebbero mai visto i fanali posteriori della Mini accendersi in segno di frenata. I danni alla vettura, inoltre, sembrano più compatibili con un urto violento che con una collisione casuale. Scapin infine avrebbe detto di non aver realizzato quanto successo, nemmeno l'impatto: versione che invece sarebbe stata smentita dal fatto che dopo aver guidato fino a Bergamo dal nonno ha telefonato ad un amico chiedendo informazioni su uno dei ragazzi coinvolti nello scontro. Ora la decisione del Riesame sarà impugnata dagli avvocati del 33enne in Casszione, per questo Scapin non andrà subito in carcere. Il tutto in attesa della relazione del perito del tribunale sulla ricostruzione dell’incidente che potrebbe mettere il caso sotto una nuova luce.

134 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views