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“Quando esco dal carcere faccio un attentato”: marocchino 41enne espulso dall’Italia

Un uomo di 41 anni, cittadino marocchino, è stato espulso dall’Italia e rimpatriato nel suo Paese per motivi di sicurezza dello Stato. Era detenuto nel carcere di Busto Arsizio, in provincia di Varese, e secondo quanto rivelato dal Viminale avrebbe “manifestato disprezzo verso l’Italia e confidato di essere intenzionato, una volta uscito dal carcere, a compiere un attentato nel nostro Paese”.
A cura di Francesco Loiacono
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In carcere, dove era detenuto, aveva covato un sentimento di odio verso l'Italia che lo aveva portato a confidare di essere intenzionato a compiere un attentato terroristico verso il nostro Paese. Per questo motivo un uomo di 41 anni, cittadino marocchino, è stato espulso dall'Italia e rimpatriato nel suo Paese. A rendere nota quella che è la 41esima espulsione per motivi "di sicurezza dello Stato" del 2018 è stato il Viminale. Dal ministero dell'Interno hanno spiegato che il 41enne era detenuto nel carcere di Busto Arsizio, in provincia di Varese, per reati contro la persona. Nel penitenziario sarebbe avvenuta una radicalizzazione dell'uomo, che proprio durante il periodo di detenzione avrebbe "manifestato disprezzo verso l'Italia e confidato di essere intenzionato, una volta uscito dal carcere, a compiere un attentato nel nostro Paese".

Quarantuno espulsioni dall'inizio dell'anno per motivi di sicurezza

Ieri, una volta scarcerato, l'uomo è stato quindi imbarcato su un aereo all'aeroporto di Malpensa, con destinazione Casablanca. Dal primo gennaio 2015 ad oggi sono 278 le persone espulse perché considerate pericolose per la sicurezza dello Stato a causa delle loro posizioni radicali. L'ultimo caso a Milano risale a pochi giorni fa: a fine aprile un cittadino egiziano di 29 anni, residente a Milano, era stato espulso dal nostro Paese perché in contatto su Facebook con due foreign fighter, entrambi di nazionalità marocchina. Uno di questi due soggetti, che risiedeva a Milano prima di partire per la Siria e andare a combattere tra le fila dell'Isis, aveva individuato il 29enne espulso come un potenziale "lupo solitario": un "soggetto incline al compimento di azioni individuali, in ragione della sua visione radicale dell'Islam e del suo sostegno ideologico all'autoproclamato stato islamico".

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