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Protesta dei rider a Milano, scritte davanti alla sede di Glovo: “Non si muore per un panino”

Protesta dei rider davanti alla sede milanese di Glovo, azienda di food delivery: “Assassini”, “Non si muore per un panino” e “Glovo Mata” (“Glovo uccide”) sono alcune delle frasi apparse nella notte per protestare contro tre incidenti mortali che hanno coinvolto negli scorsi giorni tre corrieri di diverse aziende, tra cui la spagnola Glovo: “Siamo stufi di contare i nostri morti – hanno spiegato dalla rete Deliverance Milano – le società pongano fine a questo eccidio”.
A cura di Francesco Loiacono
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Le scritte davanti alla sede di Glovo (Deliverance Milano)
Le scritte davanti alla sede di Glovo (Deliverance Milano)

"Non si muore per un panino". E ancora, le scritte "assassini" e "Glovo Mata" ("Glovo uccide"). Queste alcune delle frasi che sono apparse nella notte di fronte alla sede milanese dell'azienda di delivery, una delle tante che utilizza fattorini a chiamata – i rider – per consegnare pasti a domicilio ai propri clienti. La protesta dei rider è scattata dopo tre incidenti mortali che nel corso dell'ultima settimana hanno visto coinvolti tre ragazzi che lavoravano per conto delle aziende Glovo, Deliveroo e Ubereats. A rivendicare l'azione di protesta è stata la rete Deliverance Milano, sindacato informale che raggruppa diversi fattorini che vengono impiegati nella cosiddetta gig economy: "Vogliamo che le società pongano fine a questo eccidio che negli ultimi tre anni e mezzo ha coinvolto decine di lavoratori morti mentre erano in consegna durante il turno, lasciando le loro famiglie e i loro cari senza alcuna spiegazione, senza assumersi mai nessuna responsabilità", hanno scritto gli attivisti di Deliverance Milano in una nota apparsa sulla loro pagina Facebook.

I rider: Siamo stufi di contare i nostri morti

Le battaglie portate avanti dal collettivo sono ormai note, ma continuano a scontrarsi con la chiusura da parte delle aziende di delivery: la lotta al precariato, al lavoro a cottimo, ai ritmi dettati da un algoritmo che spesso spingono i corrieri a correre e a rischiare la vita (in alcuni casi mettendo anche a repentaglio la sicurezza degli altri utenti della strada) per cercare di guadagnare di più. E poi l'assenza di coperture assicurative: "Nulla può giustificare la corsa sfrenata e i rischi continui che i lavoratori corrono, a causa di cottimo e ranking che le aziende del delivery impongono come strumenti di controllo e di discriminazione fra i corrieri, con l'obiettivo di instaurare una vera e propria guerra tra poveri, mettendoci in competizione gli uni con gli altri quando vorremmo e dovremmo invece essere tutti uniti alla conquista dei nostri diritti", spiegano da Deliverance Milano. Le scritte sono apparse davanti alla sede di Glovo, ma anche in giro nel quartiere di Precotto in cui si trova l'azienda: "Siamo stufi di contare i nostri morti: quando toccano uno, toccano tutti – hanno aggiunto gli attivisti -Se la precarietà uccide, noi uccidiamo la precarietà".

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