Protesta contro le moschee, consigliere leghista in aula col burqa
Un ampio lenzuolo marrone con un'apertura all'altezza degli occhi, come se fosse un velo integrale (più un niqab che un burqa). Così Igor Iezzi, consigliere comunale della Lega Nord, si è presentato lunedì sera nell'aula del Consiglio comunale a Milano. Per l'occasione, in aula era prevista la discussione del bando per i luoghi di culto che sarà pubblicato nella prima settimana di dicembre: il bando per le moschee, come ridefinito dall'opposizione, che prima di entrare in aula si è radunato dietro a uno striscione piuttosto esplicito a riguardo: "Nessuna moschea a Milano". La performance del consigliere del Carroccio non è però finita lì: quando è stato il suo turno, ha pronunciato un discorso nel quale ha invocato Allah e ha ringraziato il sindaco Giuliano Pisapia – assente alla discussione – a nome della sua comunità, aggiungendo: "Grazie al pulpito che ci è stato regalato, istituiremo il terrore". Una scena alla quale i consiglieri di maggioranza non hanno voluto partecipare: alla spicciolata hanno lasciato l'aula per protesta.
Contro le moschee, consigliere leghista col burqa in aula
Quella del leghista Iezzi è stata sicuramente la protesta più pittoresca, ma non l'unica contro il progetto del Comune di assegnare alcune aree della città a confessioni religiose per farvi costruire luoghi di culto. Un bando che, secondo le indicazioni di massima date dall'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, prevede numerosi paletti – tra tutti, concessione onerosa, obbligo di riqualificare o costruire le strutture a proprie spese e agevolazioni a chi utilizzerà anche l'italiano tra le lingue ufficiali – ma che continua a scontentare l'opposizione. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Tatarella ha riassunto così le sue perplessità: "State affrontando la questione in modo un po’ blando; state prendendo come interlocutori una parte della comunità islamica che ci fa paura; state svendendo aree pubbliche". Tatarella ha poi consegnato a Majorino 800 firme degli abitanti di zona 2, contrari a ospitare la moschea negli ex bagni pubblici di via Esterle. La maggioranza di Palazzo Marino sembra però intenzionata ad andare avanti lungo una strada che, secondo l'assessore Majorino, consentirà di "superare gli scantinati" nei quali attualmente molte confessioni religiose si ritrovano per pregare, con disagi e rischi sia per i fedeli sia per i cittadini. "Il confronto è duro, ma indispensabile", dice Majorino, spiegando che continuerà il giro dei Consigli di zona interessati (2,4 e 8) per parlare con gli abitanti. Non sarà certo un velo integrale a fermarlo.