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Prostituzione minorile a Brescia: altri 7 arresti, manette per imprenditori e professionisti

Si allarga l’inchiesta sul presunto giro di prostituzione minorile iniziata con l’arresto di un 55enne sieropositivo nel Bresciano. Dopo i 12 arresti degli scorsi mesi, tra cui il presentatore tv Corrado Fumagalli, altri 7 tra noti imprenditori e professionisti del Bresciano sono stati arrestati. L’accusa è di aver avuto rapporti sessuali a pagamento con un ragazzino 16enne.
A cura di Francesco Loiacono
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(Archivio)
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Sesso con minori in cambio di pochi euro o di regali. Il quadro delineato dall'inchiesta condotta dal sostituto procuratore di Brescia Ambrogio Cassiani si va delineando sempre di più. Ma soprattutto coinvolge sempre nuove persone. Dopo i 12 arresti dei mesi scorsi – tra cui quello del presentatore televisivo Corrado Fumagalli, adesso ai domiciliari – altre sette persone sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare. Si tratta in alcuni casi di noti imprenditori e professionisti del Bresciano e anche di altre province italiane: tra loro il presidente della riserva del parco delle Torbiere, E.R. e il presidente dell'Associazione bresciana della proprietà edilizia, I.A.. Questi ultimi due sono finiti ai domiciliari insieme ad altre quattro persone, mentre la settima, un medico di Lecce, è stata sottoposta a obbligo di dimora. Un'ottava persona infine è indagata a piede libero.

Sesso con un ragazzino di 16 anni per pochi euro

L'accusa per tutti gli indagati è di prostituzione minorile: i sette sarebbero stati tutti "clienti" di un ragazzino di 16 anni, contattato tramite social network. Non si sa se al momento di consumare i rapporti sessuali gli indagati fossero a conoscenza della minore età del ragazzo. Una eventualità che le indagini o l'eventuale processo dovranno appurare.

L'inchiesta nata dall'arresto di un sieropositivo

La vicenda di ragazzini disposti a vendersi per pochi euro, e di adulti pronti ad approfittarne, era emersa lo scorso gennaio con l'arresto di C.T., un 55enne sieropositivo di Collebeato, nel Bresciano. Gli inquirenti lo arrestarono per la sua pericolosità: l'uomo infatti sembrava intenzionato a infettare con il virus dell'Hiv quanti più giovani possibile costringendoli a fare sesso non protetto e senza rivelare loro la sua sieropositività. Già allora comunque era messo con chiarezza che il numero degli indagati si sarebbe allargato: tra le persone arrestate per questa vicenda figurano il parroco di Solza, nel Bergamasco, un allenatore di calcio oltre a numerosi professionisti. I loro interrogatori sono già partiti, anche se il sieropositivo si è finora rifiutato di rispondere agli inquirenti.

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