59 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Prevalle (Brescia), il sindaco leghista apre sportello “No gender”: a gestirlo una maestra

Polemiche a Prevalle, nel Bresciano, dove dal prossimo sabato aprirà negli uffici comunali uno sportello “No gender”. L’iniziativa, sostenuta dal sindaco leghista, sarà gestita da una maestra elementare del posto. Dure critiche da Arcigay: “Paghiamo l’insegnante con i soldi delle nostre tasse per diffondere discriminazione”.
A cura di Francesco Loiacono
59 CONDIVISIONI
Immagine

Dal primo luglio sarà attivo negli uffici del Comune di Prevalle, piccolo centro del Bresciano, uno sportello "No gender". A volerlo è stato il sindaco leghista del paese, Amilcare Ziglioli, che già due anni fa aveva fatto parlare di sé perché, assieme al collega (sempre del Carroccio) di Capriolo, aveva fatto scrivere sui tabelloni informativi a led disseminati nel paese messaggi contro la fantomatica "teoria gender".

La notizia dell'apertura dello sportello "No gender", che sarà attivo ogni sabato mattina di luglio e agosto, è stata data dal "Giornale di Brescia", che spiega anche come a gestire lo sportello sarà una maestra elementare del posto, Sara Prandini: "Il minimizzare, banalizzare, sminuire non riduce la gravità del problema che sta portando e produrrà sempre più confusione, disordine, disagio ai nostri figli e alunni – ha spiegato la maestra – Riconosciamo la famiglia tradizionale, madre, padre e figli e basta. Il resto chiamatele come volete ma non famiglia". Alla domanda se reputasse l'omosessualità una malattia, però, l'insegnante non ha risposto.

Arcigay: "Insegnante pagata con soldi pubblici per diffondere discriminazione"

Dura la replica del Comitato territoriale Arcigay di Brescia all'iniziativa: "Il Comune Di Prevalle non ha altre priorità? – scrivono gli attivisti su Facebook – Visto che il gender è invenzione di fantasia perché non aprire uno sportello di tutela delle sirene o uno per la caccia agli unicorni? Il dramma è che questa insegnante la paghiamo con i soldi delle nostre tasse per diffondere discriminazione, altro che tutelare la famiglia tradizionale! E lo dimostra il suo silenzio alla domanda del giornalista sull'omosessualità come malattia. Iniziativa assurda e indecorosa. Speriamo che a Prevalle qualcuno ne chieda conto al sindaco".

Il primo cittadino, che si è detto contento dell'iniziativa, ha affermato: "Non siamo omofobi, ma non vogliamo che certe teorie entrino nelle nostre scuole e vengano insegnate ai nostri ragazzi". Non è da solo in questa crociata al "gender": basti ricordare il discusso centralino "antigender" attivato lo scorso settembre dalla Regione Lombardia tra mille polemiche, e finanziato con 30mila euro.

59 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views