Prete a processo per abusi su un ragazzino: “Ho dormito assieme a lui ma non l’ho toccato”
"Non l’ho toccato, non ho compiuto nessun atto sessuale". Così don Mauro Galli, a processo a Milano per violenza sessuale nei confronti di un ragazzo all’epoca dei fatti minorenne, ha risposto al pubblico ministero Lucia Minutella in merito a quanto accaduto nella notte tra il 19 e il 20 dicembre 2011. Davanti alla quinta sezione penale del tribunale di Milano, il racconto di don Mauro Galli è iniziato con il suo arrivo a Rozzano e l’incontro con Fausto, la presunta vittima, con cui parla delle difficoltà nello studio del ragazzo: "Viveva un periodo di difficoltà a scuola, non riusciva a concentrarsi e spesso fingeva malori per saltare le verifiche", ha spiegato don Galli in aula. Il rapporto con la presunta vittima diventa subito stretto e porta Fausto a nominare don Galli suo padre spirituale, fino alla notte tra il 19 e 20 dicembre 2011 quando il prete ospita il minore nella sua abitazione, d’accordo con i genitori del ragazzo, per proseguire un percorso di preghiera. Durante la notte, trascorsa nello stesso letto, nella ricostruzione di don Galli il ragazzo avrebbe urlato nel sonno e si sarebbe agitato. Davanti al rischio che sbattesse la testa sul comodino, il prete lo avrebbe riportato in una posizione di sicurezza. Alla domanda del pm, che gli ha chiesto se non gli era parso strano dormire nello stesso letto del minore, don Galli ha risposto: "Il pensiero non mi attraversò".
Per il prete la notte passata nello stesso letto col ragazzino è stata una leggerezza
In un incontro successivo all’episodio, un altro parroco di Rozzano chiese spiegazioni a don Galli che, come ha raccontato in aula, rispose: "Mi sono accorto di aver commesso un errore, una leggerezza", legata al fatto di aver dormito insieme al ragazzo, non commettendo però nessuna violenza. Di violenza, secondo quanto riportato da Don Galli si parlerà solo negli anni successivi, diversamente da quanto invece hanno riferito altre persone informate dei fatti, come l’ex capo scout della presunta vittima. Secondo don Galli, il ragazzo lo avrebbe accusato "perché avrebbe fatto sue opinioni sentite da altri su quello che era accaduto". L'imputato ha ricordato anche di aver incontrato monsignor Mario Delpini, oggi arcivescovo di Milano e all’epoca dei fatti vicario di zona del cardinale Scola, all’inizio di gennaio 2012. Delpini decise di spostare don Galli in un’altra parrocchia, Legnano, perché, ha riportato don Galli in aula, dormendo con il ragazzo "avevo perso autorevolezza". Lo stesso Delpini si era recato a Rozzano nei giorni successivi al presunto abuso, incontrando l’altro parroco di Rozzano che era stato avvisato dalla famiglia del ragazzo.
Del presunto abuso e della successiva indagine nei suoi confronti, don Galli verrà a conoscenza da Delpini, nel settembre del 2014. Lo stesso Delpini, come raccontato in precedenza, verrà ascoltato dalla polizia nel mese di ottobre, parlando però esplicitamente di un presunto abuso che gli era stato riportato, telefonicamente, dal parroco di Rozzano, don Carlo Mantegazza, mentre nelle ricostruzioni prodotte dalla Curia di Milano il presunto abuso viene relegato all’inizio delle indagini nei confronti di don Galli. L’udienza si è chiusa con il riferimento al risarcimento versato alla presunta vittima, soldi che, sostiene don Galli, “provengono dal conto dei miei genitori, dei miei nonni, della mia famiglia". Stando alla documentazione bancaria depositata dall’avvocato Zanchetti, difensore di don Mauro Galli, i soldi dell’accordo tra le parti arriverebbero dalla famiglia di don Galli e non dalla Curia di Milano.