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Pedofilia, il caso Don Galli e gli audio delle intercettazioni che incastrano Delpini

L’ex fidanzata della vittima ha testimoniato che il partner di allora le rivelò la violenza: “Don Mauro lo aveva abbracciato da dietro e che a seguito di ciò era stato male”.
A cura di Redazione Milano
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È in corso in questi giorni il processo che vede accusato di violenza sessuale aggravata don Mauro Galli, che il 19 dicembre 2011, quando era sacerdote a Rozzano (Milano), avrebbe tentato più volte di sodomizzare un 15enne. L'ex fidanzata della presunta vittima ha testimoniato nella seduta di ieri ciò che il partner le rivelò, ossia che "don Mauro lo aveva abbracciato da dietro e che a seguito di ciò era stato male e si era svegliato urlando". Il giovane si era fermato a dormire nella casa del prete "in vista delle attività di preghiera previste per il giorno successivo". Dalla differenza di età e dal ruolo di don Mauro – educatore e padre spirituale – deriva l'evento aggravante contestato al parroco. Dopo il fatto, comunque, cominci il tracollo psicologico del giovane, che dal 2014 ad oggi – come raccontato dalla madre nel servizio video in apertura – ha tentato quattro suicidi.

La richiesta di aiuto alla Chiesa

Da sinistra il vescovo di Brescia Tremolada, l'arcivescovo di Milano Delpini e l'accusato don Galli.
Da sinistra il vescovo di Brescia Tremolada, l'arcivescovo di Milano Delpini e l'accusato don Galli.

La famiglia della vittima, molto cattolica, ha provato per diverso tempo a ricorrere alla Chiesa stessa per ottenere giustizia ed evitare che don Galli potesse rappresentare un pericolo per altri adolescenti. Per questa attenzione a non coinvolgere le autorità dello Stato e chiedere direttamente l'intervento del clero, la famiglia del giovane viene ringraziata dall'allora vicario Mario Delpini e rassicurata sul fatto che saranno prese le giuste misure per tenere don Galli lontano da bambini e adolescenti. Nel 2012, invece, i genitori del ragazzo vengono a sapere per caso che il prete è stato trasferito in un oratorio e che, pertanto, ancora si occupava di minori. A questo punto i cari della vittima provano a rivolgersi direttamente all'allora arcivescovo Angelo Scola, ma ricevono un appuntamento prima con il monsignor Pierantonio Tremolada (ora vescovo di Brescia e all'epoca responsabile della formazione nei primi cinque anni di ordinamento dei sacerdoti) e poi da Mario Delpini, oggi arcivescovo di Milano. Sarà proprio Delpini a far spostare don Galli in un oratorio più grande a Legnano, ricevendo "l'assicurazione del vicario di zona dell'affidabilità del parroco".

Le indagini

Nel frattempo, la famiglia, sfiduciata dall'atteggiamento della Chiesa, denuncia Don Galli nel 2014. A questo punto le comunicazioni dei soggetti interessati sono intercettate dalla Polizia. Nelle telefonate di Tremolada si evidenzia l'urgenza di tenere l'affare segreto, piuttosto che avviare un'indagine interna. Allo stesso tempo i superiori di Don Gallo mostrano di agire nell'incertezza, perché, se da un lato in uno dei verbali si ammette che il prete ha dormito con il ragazzo, dall'altro Tremolada si mostra non del tutto sicuro di poter definire il parroco un "pedofilo".

Saranno proprio queste intercettazioni a mettere sotto accusa Delpini per aver mentito alla Polizia. L'allora vicario viene ascoltato il 24 ottobre 2014, quando racconta alla Polizia di essere stato informato dallo stesso Don Galli delle accuse mossegli dal giovane. In questo verbale Delpini, a domanda dell'agente, riferisce di non aver sentito il legale che sta difendendo il parroco, ma un’intercettazione del precedente settembre rivela il colloquio diretto tra lo stesso Delpini e lo studio legale. Parte della telefonata riguarda proprio una mail spedita da Delpini all'avvocato riguardante il prete accusato di violenza sessuale.

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