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Porno e violenza nella chat dei ragazzi a Pogliano: i genitori reagiscono con incontri e attenzione

Il Comitato genitori della scuola media Ronchetti di Pogliano Milanese incontra la preside, denuncia la vicenda del gruppo Whatsapp con contenuti violenti alla polizia postale e scrive alle famiglie: “Serve sensibilizzazione su rischi e responsabilità online, i ragazzi devono considerare gli adulti come punti di riferimento educativi”.
A cura di Roberta Covelli
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Era nata come una sfida per raggruppare quanti più utenti possibili, ma la chat Whatsapp "obbiettivo 500 persone e più", creata da un tredicenne di Pogliano Milanese, ha raggiunto e superato ben presto il traguardo numerico prefissato, riempiendosi però, nel frattempo, di contenuti inappropriatiTempestiva è stata la reazione delle famiglie e della scuola: gran parte degli alunni delle scuole medie (la scuola Ronchetti dell’istituto Neglia tra Pogliano e Vanzago) erano infatti coinvolti nella chat, inseriti come amministratori proprio con il fine di raggiungere l’obiettivo dei 500 componenti. Eppure sono stati poi proprio alcuni di loro, inorriditi dai contenuti, a uscire dalla chat e informare i genitori, che hanno cercato (e trovato) l’ascolto della direzione scolastica.

La risposta di alcuni genitori: incontri e maggiore attenzione

Anche se la vicenda si è svolta fuori da luoghi e tempi di lezione, dall’istituto è arrivata la piena disponibilità a collaborare con le famiglie, per sensibilizzare i ragazzi con incontri e discussioni su rischi e responsabilità della vita online. Sulla stessa lunghezza d’onda si è posto il comitato genitori, con una lettera indirizzata alle famiglie: dopo aver incontrato la preside e segnalato alla polizia postale la vicenda, il comitato si rivolge direttamente ai genitori, chiedendo a ciascuno di assumersi la responsabilità di denunciare l’accaduto alle autorità e di educare i propri figli alla responsabilità e al confronto con gli adulti: "Nessun ragazzo vuole essere guardato dai genitori, mentre sperimenta territori nuovi, ma è responsabilità dell’adulto farlo lo stesso: non spiare ma sostenere!", recita la lettera. "Non si può fornire uno strumento potente come uno smartphone – continua il documento – senza garantire un controllo accurato".

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