Polmonite in provincia di Brescia: grave 29enne ricoverato per infezione da legionella
L'ultimo caso di polmonite registrato nella provincia di Brescia riguarda un ragazzo di 29 anni. Il giovane ha contratto un'infezione batterica dovuta alla legionella, il batterio che potrebbe essere responsabile dei diversi casi di polmonite registrati nei primi giorni di settembre tra le province di Brescia e Mantova. Dopo essersi presentato al pronto soccorso dell'ospedale di Gavardo con i sintomi dell'infezione – febbre, brividi e tosse – è stato trasferito all'ospedale San Gerardo di Monza, dove potrà ricevere le cure migliori per la patologia. Le condizioni del 29enne, a detta dei medici, sono giudicate gravi ma stabili: il ragazzo è in Terapia intensiva, attaccato al macchinario Ecmo (che garantisce l'ossigenazione extracorporea) che consente la pulizia del sangue. La prima settimana di ricovero sarà decisiva per poter sciogliere la prognosi del 29enne, che è più giovane rispetto agli altri pazienti che finora si sono ammalati di polmonite dovuta a legionella: proprio la sua giovane età lascia ben sperare sulle capacità del 29enne di reagire alle cure.
Intanto oggi, in Consiglio regionale, l'assessore al Welfare Giulio Gallera ha fatto il punto sull'epidemia di polmonite in corso in Lombardia: "A ieri fino alle ore 20 vi sono stati 235 accessi al pronto soccorso, 196 sono le persone attualmente ricoverate, 12 le persone che hanno rifiutato il ricovero o che sono state dimesse, due i decessi, uno con una diagnosi accertata di legionella. In 12 casi, sul numero totale, è stato accertato che si tratta di legionella". Gallera ha poi precisato che non ci sono problemi né per l'utilizzo dell'acqua potabile né per l'imminente apertura delle scuole: "La legionella non si propaga bevendo acqua, l'acqua si può bere, non c'è problema nell'utilizzare l'acqua a casa, così come non c'è nessun problema nel portare i figli a scuola visto che non si propaga per contatto". Gallera ha poi precisato che le persone ammalatesi "sono al 70 per cento maschi prevalentemente anziani o con patologie che comportano immunodepressione. Hanno tendenzialmente più di 60 anni e quadri clinici compromessi. I bambini, i giovani e le persone che non hanno problemi di salute non sono stati colpiti". Sull'origine del contagio sono ancora in corso accertamenti: "Non sono le tubature degli acquedotti – ha detto l'assessore – stiamo cercando di capire come si sia sviluppato".