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Poliziotti rimproverano donna andata a Milano per comprare birra, i residenti li applaudono

Si era spostata da Sesto San Giovanni a Milano per comprare una birra e fare un giro durante la pasquetta ma è stata sorpresa da una volante nel centro di Milano. Gli agenti l’hanno invitata a rientrare a casa ma la donna ha continuato a sostenere di essere nel proprio diritto e li ha provocati dicendo di non capire le parole del poliziotto napoletano. La scena ha attirato l’attenzione dei residenti, che hanno applaudito agli agenti e urlato alla passante di andare via.
A cura di Salvatore Garzillo
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La pasquetta nel centro di Milano scorre nella quiete a cui ci ha abituato il lockdown. Così, appena una donna in strada alza leggermente il tono della voce, in pochi secondi dalle finestre spuntano decine di teste curiose.

Alle 16.30 di oggi, all’angolo tra via Panfilo Castaldi e via Felice Casati, una volante della polizia ha appena fermato una donna che stava per entrare in un minimarket per comprare una birra. Lo ammette senza problemi e altrettanto tranquillamente confessa di abitare a Sesto San Giovanni, il comune alle porte del capoluogo lombardo. Gli agenti le fanno presente che non può stare lì, che deve immediatamente allontanarsi e rientrare a casa. La passante è fortunata, i due sono gentili e non sono particolarmente fiscali, quindi la invitano senza ricorrere alla sanzione. Ma la donna non capisce e inizia a contestare i due, li provoca, dice al poliziotto alla guida di non parlare in napoletano (a dire il vero parlava italiano, al massimo con una flessione campana) perché: “Io sono milanese e se mi parlano in napoletano posso anche non capire, no?”.

Il tifo dalle finestre: "Vattene via!"

Intanto, la gente alle finestre interviene urlandole di andare a casa. Qualcuno usa parole più dure. Una poliziotta tenta di ragionare con la donna, che sostiene di essere nel pieno diritto e di poter uscire a fare un giro perché si sveglia alle 5 del mattino e lavora aiutando altre persone. Da un balcone le risponde una ragazza: “Cosa c’entra che ti svegli alle 5 col fatto che sei qui a comprare birra?”. Non c’è una risposta, solo l’invito a rientrare in casa e stare zitta.

I toni si accendono, gli agenti continuano a mantenere la pazienza e danno un ultimatum alla donna. Le lasciano due minuti, può comprare la birra ma poi deve rientrare tassativamente a Sesto San Giovanni. Non serve a niente, pur consapevole della propria posizione scomoda, la donna continua ostinatamente a ripetere che sta difendendo i suoi diritti. A quel punto, all’ennesimo tentativo di spiegazione, l’agente che era alla guida usa un tono perentorio: “Signora ma capisce l’italiano? Visto che ha detto che parla l’italiano perfettamente allora sappia che il decreto prevede che lei debba stare a casa. Prenda sta benedetta birra, salga sui mezzi pubblici o in auto, e vada a Sesto San Giovanni. Sono stato abbastanza chiaro? È per la salute degli altri, sua e nostra. Stop”.

Per la prima volta la passante resta zitta mentre dalle finestre la gente applaude, urlano “bravi ragazzi”, “grazie”. E stavolta la poliziotta risponde: “No, ma grazie a voi che restate a casa”. Sono proprio gli improperi dei residenti a convincere la donna a ripiegare. “Bravi voi, però chiamate tutti i giorni la polizia”, dice rivolta ai piani alti. L’ultima parola è di un ragazzo al terzo piano: “Ma vai a casa che ti è andata bene stavolta”.

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