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Piastra dei servizi Expo, il sindaco Sala a processo: “Non sapevo della retrodatazione dei verbali”

Il sindaco di Milano Beppe Sala, per la prima volta come imputato in un’aula di tribunale, è stato ascoltato in merito al processo della cosiddetta Piastra di Expo che lo vede accusato di falso ideologico e materiale. Il primo cittadino ha dichiarato al pg Massimo Gaballo di non essere consapevole della retrodatazione dei due verbali.
A cura di Chiara Ammendola
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Il sindaco Sala lo afferma con chiarezza: "Non ho mai avuto consapevolezza della retrodatazione dei verbali". Le parole giungono nell'ambito della sua prima deposizione nel processo sulla cosiddetta Piastra di Expo che lo vede accusato di falso materiale e ideologico in merito alla nomina di due commissari che avevano fatto parte della gara d'appalto della manifestazione svoltasi a Milano nel 2015. Il primo cittadino di Milano ha parlato per quasi un'ora col sostituto procuratore generale Massimo Gaballo al quale ha raccontato i passaggi della vicenda che lo ha visto coinvolto a più riprese a partire dalle prime accuse mosse nei suoi confronti nel dicembre del 2016. Secondo Sala il tutto nasce dalla ricostruzione post 2016: "Per me è stato uno dei tanti problemi di Expo e risolto in modo abbastanza veloce. Dopo guardando le carte ho avuto consapevolezza della cosa – ha spiegato il primo cittadino – la procedura comportamentale era abbastanza standard, i documenti da firmare me li portava la mia assistente. L'importante è che chi aveva voce in capitolo avesse verificato il contenuto". Ammette di aver dovuto leggere o firmare nei mesi precedenti l'organizzazione di Expo decine di migliaia di pagine, cosa che spesso faceva in "maniera sommaria, sulla fiducia". Però Sala esclude di aver firmato senza guardare: "Escludo però anche di aver letto tutto".

Il sindaco Sala in aula: spero di essere assolto

Ciò che si percepisce è dunque la fretta che muoveva il sindaco e il team nell'organizzazione di Expo affinché tutto fosse fatto nei tempi per l'inaugurazione: "C'era il tema dell'urgenza sempre, era chiarissimo che noi eravamo in grande ritardo. Ogni giorno perso era un giorno perso ed era una cosa che mi irritava profondamente", conclude Sala. Ed è proprio questo il motivo, secondo l'accusa, rappresentata dai pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo, che avrebbe spinto il sindaco a siglare il presunto falso: per evitare di dover annullare una lunga procedura svolta sino a quel momento, rischiando così di non inaugurare entro il primo maggio 2015 l'Esposizione universale, Sala avrebbe retrodatato gli atti di nomina di due componenti su cinque della commissione che doveva assegnare l'appalto per la Piastra. Alla domanda sul futuro di questo processo e su una sua possibile assoluzione, il sindaco ha risposto: "Lo spero fortemente".

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