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Peste suina africana, allarme in Italia. Coldiretti: “Stop all’import di carne dal Belgio”

Allarme di Coldiretti dopo i casi di peste suina africana che si sono verificati negli scorsi giorni in Belgio. Il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini, vice presidente Coldiretti nazionale, chiede lo stop immediato alle importazioni di carne di maiale dal Belgio e l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti i salumi e i prodotti trasformati. In Lombardia si concentra il patrimonio suinicolo nazionale.
A cura di Francesco Loiacono
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Due casi di peste suina africana sono stati registrati negli scorsi giorni dalle autorità sanitarie in Belgio, nella città di Etalle. E la notizia ha creato allarme anche in Italia, che importa dal Paese europeo suini vivi e carni fresche e lavorate per un totale di oltre 52 milioni di euro. Per questo il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini, vice presidente di Coldiretti nazionale, ha chiesto lo stop immediato alle importazioni di carne di maiale dal Belgio, oltre alla "necessità di introdurre subito l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti i salumi e i prodotti trasformati". Una richiesta fatta più volte, ha spiegato Prandini, "in una situazione che vede oggi due prosciutti su tre venduti in Italia provenienti dall’estero. Ma occorre anche togliere il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione pubblica delle aziende che importano prodotti per consentire interventi rapidi e mirati".

In Lombardia si concentra il patrimonio suinicolo nazionale

Pochi forse sanno che, stando a un report del 2014 dell'Ersaf (Ente regionale per i servizi all'agricoltura e alle foreste), oltre l’84 per cento del patrimonio suinicolo nazionale è concentrato in Lombardia: ed è proprio nella provincia di Brescia che si trova il maggior numero di suini. A fronte di una contrazione della produzione nostrana che si è registrata negli ultimi anni, il nostro Paese è, all'interno di quelli dell'Unione europea, anche il maggior importatore di carne suina con il 18 per cento del volume totale degli scambi intracomunitari (sempre dati del 2014). Dopo la scoperta dei casi di peste suina africana a Etalle, a circa dieci chilometri dalla Francia, l’Autorità per la sicurezza alimentare del Belgio (Afsca) si è attivata con i ministeri competenti per stabilire misure d’urgenza per evitare che la malattia si estenda agli animali allevati. Coldiretti in una nota ha precisato che "Francia e Lussemburgo hanno già chiesto misure di protezione allertando i propri servizi di sicurezza alimentare e i ministeri competenti anche in considerazione del fatto che il Belgio mantiene in questo momento lo status di ‘indenne da malattia' per quanto riguarda gli allevamenti suinicoli e non è dunque sottoposto ad alcun vincolo".

Cos'è la peste suina africana

Cos'è la peste suina, come si trasmette e quali sono le zone in Europa dove si sono verificati focolai di contagio? Si tratta di una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, solitamente letale, per cui non esistono vaccini né cure. Gli esseri umani non possono essere contagiati dal virus che causa la malattia. Gli animali colpiti manifestano sintomi simili alla peste suina classica: febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne con emorragie evidenti su orecchie e fianchi e anche la morte improvvisa. Nei casi più gravi, gli animali infettati possono morire nel giro di dieci giorni dalla comparsa dei primi sintomi. Il contagio avviene di solito tramite contatto con animali infetti, ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti, scarti di cucina, broda a base di rifiuti alimentari e carne di cinghiale selvatico infetta e anche tramite il contatto con qualsiasi oggetto contaminato dal virus, come abbigliamento, veicoli e altre attrezzature e morsi di zecche infette. Le modalità più rilevanti di diffusione della malattia sono la circolazione di animali infetti, i prodotti a base di carne di maiale contaminata e lo smaltimento illegale di carcasse.

Sul sito dell'Efsa, l'autorità europea per la sicurezza alimentare, si spiega che la peste suina africana, endemica nell'Africa sub-sahariana, lo è stata per parecchi decenni anche in Sardegna, dove gli allevatori sono particolarmente preoccupati dalla possibilità di nuovi contagi. In Europa, prima dei casi in Belgio, si erano verificati focolai infettivi nel 2007 in Georgia, Armenia, Azerbaigian nonché nella Russia europea, Ucraina e Bielorussia. Nel 2014 sono stati segnalati casi di peste suina africana nei cinghiali selvatici in Lituania, Polonia, Lettonia ed Estonia: "Considerata dunque la facilità di trasmissione – ha spiegato Coldiretti nella nota – il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti italiani rappresenterebbe un gravissimo danno economico per le imprese e per la pubblica amministrazione, con costi di decine di milioni di euro per procedere ai necessari interventi di prevenzione".

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