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Pedofilo si spaccia sul web per una ragazza e spinge un adolescente ad abusare del fratellino

Incredibile e terribile vicenda di abusi su minori portata alla luce dalla polizia. Un ragazzino minorenne lombardo ha abusato per mesi del fratellino di dieci anni più piccolo per compiacere una ragazza che aveva conosciuto sul web, dietro cui però si nascondeva un pedofilo seriale. L’uomo, 40 anni, era stato arrestato a fine luglio. Adesso il minorenne, che nel frattempo era emigrato con la famiglia, è stato estradato.
A cura di Francesco Loiacono
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Un ragazzino minorenne lombardo ha abusato per mesi del fratellino di dieci anni più piccolo. Tutto per soddisfare le richieste di una ragazza che aveva conosciuto sul web, dietro cui però si nascondeva un pedofilo seriale. L'incredibile vicenda di abusi su minori è stata portata alla luce dalla polizia di Stato. Il pedofilo, un 40enne residente nel Comasco, era stato già arrestato alla fine dello scorso luglio. Venerdì scorso invece il minorenne, per il quale era stato emesso un mandato di arresto europeo, è stato estradato in Italia: il ragazzino infatti era andato a vivere nel Regno Unito con tutta la famiglia. Alla polizia il ragazzino ha confermato l'autenticità di tutti i fatti contestati.

L'amicizia tra il pedofilo e il minorenne è nata su Facebook

Il minorenne e il pedofilo si erano conosciuti su Facebook, dove l'uomo si spacciava per una bella ragazza di 17 anni. Con la finta identità l'uomo aveva sedotto in rete l'adolescente (e altri minori), ne aveva carpita la fiducia e, dopo averne ottenuto il numero di cellulare, aveva iniziato a chattare via Whatsapp. Le conversazioni si erano fatte via via sempre più spinte: era nata una sorta di relazione virtuale, con tanto di foto intime che il ragazzino inviava a quella che credeva essere una sua coetanea. La finta ragazza, però, aveva iniziato a fare richieste sempre più spinte, fino ad arrivare a chiedere di coinvolgere nei giochi erotici anche il fratellino del ragazzo, di dieci anni più piccolo. Dopo qualche resistenza iniziale, il ragazzino aveva iniziato ad esaudire le sue richieste di coinvolgere negli atti sessuali anche il fratellino, inviando le foto alla finta ragazza.

Il pedofilo era stato arrestato a luglio

Alla fine dello scorso luglio la polizia postale e delle comunicazioni veneta aveva arrestato l'uomo, risultato essere un pedofilo seriale: si tratta un single disoccupato che viveva da solo in un condominio di una zona periferica della provincia comasca ed è attualmente in carcere con le accuse di detenzione di ingente materiale pedopornografico. Proprio dalle analisi dei dispositivi a suo tempo sequestrati all'uomo, gli investigatori della polizia postale di Verona sono riusciti a risalire alla incredibile vicenda. Dalle analisi forensi sul pc e sul cellulare, è emersa infatti la condotta del 40enne. L'uomo si nascondeva dietro un falso profilo Facebook, creato utilizzando un nome femminile di fantasia e la foto di una ragazza 17enne. In questa maniera aveva intrapreso amicizie virtuali con minori, prevalentemente di sesso maschile: tra questi anche l'adolescente in questione.

Si indaga per capire se vi siano responsabilità da parte di altri componenti della famiglia

Il pericolo per l'integrità psicofisica del fratellino dell'adolescente lombardo e la necessità di interrompere le violenze hanno spinto gli investigatori a richiedere alla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni di Brescia l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del fratello maggiore, che però nel frattempo aveva lasciato l'Italia con la famiglia per andare nel Regno Unito. Da qui l'emissione di un mandato di arresto europeo e l'estradizione. L'adolescente dovrà adesso rispondere dei reati di violenza sessuale su minore, atti sessuali con minore e divulgazione di materiale pedopornografico, aggravati dall'abuso di relazioni domestiche. Sono in corso adesso ulteriori approfondimenti per accertare se il ragazzino abbia inviato ad altri utenti i file pedopornografici prodotti e se vi siano responsabilità anche da parte degli altri componenti della famiglia negli abusi.

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