Palazzolo, vigile si toglie la vita: Procura apre inchiesta per istigazione al suicidio
La procura di Brescia ha aperto un'inchiesta sulla morte di Gian Marco Lorito, l'agente di polizia locale che si è tolto la vita martedì 4 febbraio a Palazzolo sull'Oglio, comune del Bresciano dove prestava servizio. L'ipotesi di reato, al momento, è quella di istigazione al suicidio. Stando a quanto emerso il 43enne si è suicidato sparandosi un colpo con la pistola d'ordinanza nella sua auto: una ricostruzione dei fatti difficilmente smentibile secondo gli inquirenti che da subito hanno ipotizzato che la morte del giovane vigile potesse essere frutto di un gesto estremo compiuto dall'uomo. I funerali si sono celebrati questo pomeriggi o a Cirié, comune in provincia di Torino, dove risiedono i parenti di Gian Marco, i genitori e la sorella.
Il vigile vittima di cyberbullismo?
Una tragedia che però secondo secondo la procura potrebbe nascondere dell'altro. I carabinieri della compagnia di Chiari infatti stanno indagando per appurare se ci siano delle motivazioni specifiche che potrebbero aver spinto il 43enne a compiere l'estremo gesto, in particolare i militari, coordinati dalla Procura nella figura del pubblico ministero Corinna Carrara, si stanno concentrando sugli episodi di cyberbullismo di cui il vigile è stato oggetto nei giorni precedenti alla morte.
Il parcheggio al posto disabili e le polemiche social
L'agente era finito al centro delle polemiche dopo essere stato fotografato mentre parcheggiava l'auto di servizio in un posto per disabili a Bergamo: in poche ore la notizia era finita sui social network e il 43enne era stato oggetto di numerose offese e insulti da parte di tantissimi utenti. Lorito, per quel gesto, si era scusato con una lettera nella quale esprimeva il proprio rammarico e si era anche auto multato, consegnando di propria spontanea volontà 100 euro di contributo all'Anmic, l'Associazione nazionale mutilati e invalidi civili che aveva segnalato su Facebook l'errore di Lorito. La vicenda sembrava essersi conclusa così, poi la tragedia che ha lasciato i famiglari e la piccola comunità di Palazzolo sotto shock. Originario di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, aveva lavorato prima a Erbusco e poi a Palazzolo. Era figlio di un carabiniere e per questo aveva deciso di vestire la divisa della polizia locale.