Palazzina esplosa a Sesto San Giovanni: anziano indagato per disastro doloso
L'esplosione che lo scorso 14 gennaio ha distrutto l'ultimo piano della palazzina a Sesto San Giovanni, a nord di Milano, causando sei feriti, potrebbe non essere stata accidentale. Quella che all'inizio era solo un'ipotesi si è fatta più concreta dopo che l'anziano occupante di uno dei due appartamenti completamenti distrutti dallo scoppio, un uomo di 73 anni, è stato indagato per disastro doloso dalla procura di Monza, che indaga su quanto accaduto all'alba del 14 gennaio in via Villoresi. L'uomo, vedovo da qualche anno, ha sempre affermato di essere andato a dormire alle 19.30 di sabato 13 gennaio e di essere stato poi svegliato dall'esplosione, che si è verificata proprio nel suo appartamento al quinto e ultimo piano dello stabile. Ma fin da subito, i soccorritori non erano riusciti a capire come l'uomo si fosse procurato delle ustioni alle braccia che gli sono state riscontrate.
A breve partiranno i lavori di messa in sicurezza della palazzina
L'ombra di un gesto volontario dietro l'esplosione era emersa già qualche tempo fa, quando la procura monzese aveva aperto un fascicolo, all'epoca contro ignoti, per crollo doloso. Adesso c'è il primo indagato: la sua iscrizione nel fascicolo della procura potrebbe avviare ulteriori accertamenti sull'uomo, indagandone eventuali moventi per il gesto o le sue condizioni psichiche. Anche se le indagini sono solo all'inizio, ritorna alla memoria quanto avvenuto in via Brioschi a Milano nel giugno del 2016, quando uno degli inquilini di una palazzina, Giuseppe Pellicanò, poi condannato all'ergastolo per strage, provocò un'esplosione che uccise l'ex compagna, Micaela Masella e due giovani fidanzati vicini di casa, Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi.
A breve, intanto, gli inquirenti toglieranno i sigilli dall'edificio al civico 78 di via Villoresi. Le 18 persone evacuate dopo lo scoppio non potranno però rientrare subito nelle proprie case: serviranno prima i lavori per mettere in sicurezza la palazzina, che dovrebbero comportare l'abbattimento del quinto e ultimo piano, quello maggiormente danneggiato dall'esplosione. La famiglia che abitava accanto all'anziano, cinque persone tra cui un bambino, rischia dunque di non tornare più a casa, almeno nella vecchia dimora.