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Ospedale San Gerardo di Monza, pilotato l’appalto da 175 milioni: indagati 7 tecnici

Sette tecnici, tra professionisti e professori universitari, sono indagati per turbativa d’asta e falso dalla procura di Milano per aver pilotato un appalto relativo all’ampliamento dell’ospedale San Gerardo di Monza, del valore di 175 milioni di euro. Nell’inchiesta è coinvolto anche l’ex dg di Infrastrutture lombarde, Antonio Rognoni.
A cura di Francesco Loiacono
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Sette tecnici, tra professionisti e professori universitari, sono indagati per turbativa d'asta e falso dalla procura di Milano per aver pilotato un appalto relativo all'ampliamento dell'ospedale San Gerardo di Monza. La notizia è riportata dal quotidiano La Repubblica. I sette hanno ricevuto negli scorsi giorni l'avviso di conclusione dell'indagine, che prelude alla possibile richiesta di rinvio a giudizio nei loro confronti che potrebbe essere avanzata dai pubblici ministeri che indagano sul caso, Antonio D'Alessio e Paola Pirotta.

A nominare i tecnici l'ex dg di Infrastrutture lombarde, Rognoni

Al centro dell'inchiesta c'è un appalto da 175 milioni di euro per potenziare e ristrutturare l'ospedale di Monza, che era stato aggiudicato nel 2012 al pool di imprese Rtc con a capo la Manutencoop facility management. Secondo l'accusa, però, la gara, che si svolgeva con il metodo dell'offerta economicamente più vantaggiosa, sarebbe stata pilotata. A farlo, oltre ai sette tecnici indagati, anche l'allora direttore generale di Infrastrutture lombarde (Ilspa) Antonio Rognoni e il responsabile ufficio gare Pierpaolo Perez, finiti nel mirino della magistratura nel marzo 2014 quando furono arrestati per associazione a delinquere, turbativa d'asta e falso. Nell'inchiesta si metteva in dubbio l'operato di Ilspa, centrale degli appalti della Regione Lombardia, con ombre sull'assegnazione di incarichi e gare a partire dal 2008. E difatti nel nuovo filone d'inchiesta la procura sospetta che Rognoni e Perez abbiano dapprima nominato gli indagati come commissari, che poi si sarebbero messi d'accordo tra loro per alterare i punteggi presentati dalle aziende partecipanti al bando favorendo quelle che "dovevano" vincere. Il prosieguo della vicenda processuale dirà se queste accuse risulteranno fondate o meno.

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