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Omicidio Stefania Crotti, uccisa e bruciata

Omicidio Stefania Crotti: la mamma di Gorlago colpita venti volte con martello e cesoie

Emergono particolari, purtroppo macabri, sull’omicidio di Stefania Crotti, la 42enne mamma di Gorlago (Bergamo) uccisa dall’ex amante del marito e poi data alle fiamme, forse mentre era ancora viva. La vittima sarebbe stata colpita venti volte con un martello e con cesoie da elettricista. La furia omicida mette in discussione la versione dell’omicida rea confessa, Chiara Alessandri, che continua a sostenere di aver ucciso Stefania nel corso di una lite e di non averne bruciato il corpo.
A cura di Francesco Loiacono
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Stefania Crotti (Facebook)
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Stefania Crotti, la mamma di Gorlago (Bergamo) uccisa e poi data alle fiamme, è stata colpita con una furia omicida. Non solo le quattro martellate in testa, com'era emerso in un primo momento. La donna, uccisa dall'ex amante del marito, la 44enne Chiara Alessandri, sarebbe stata colpita con numerosi fendenti sferrati con cesoie da elettricista in altre parti del corpo. Il polso della vittima era fratturato, con la mano piegata in un angolo innaturale. Il fumo trovato nei polmoni, poi, alimenta il tremendo sospetto che Stefania fosse ancora viva quando il suo corpo è stato dato alle fiamme. Quest'ultimo particolare è al momento un'indiscrezione, anche perché i risultati definitivi dell'autopsia non sono ancora stati depositati in procura. Ma dai particolari che emergono, purtroppo macabri, la versione della Alessandri, quella di una lite degenerata, viene sempre più messa in discussione.

Vacilla la versione dell'omicida rea confessa

Così come vacilla anche la possibilità che sia stata un'altra persona a bruciare il corpo di Stefania, poi ritrovato nelle campagne di Erbusco, nel Bresciano. La Alessandri, in carcere a Brescia, ha finora sempre negato di aver bruciato il corpo di quella che considerava forse una "rivale in amore". Ma gli inquirenti stanno analizzando diversi elementi che sembrano inchiodarla: tra questi anche tracce di benzina sui tappetini della sua auto, una Mercedes classe B, e una tanica di benzina trovata in un'altra vettura nella sua disponibilità, una Lancia Y. Gli inquirenti stanno adesso passando al setaccio i filmati di sorveglianza di alcuni distributori di benzina dove la Alessandri potrebbe essersi procurata il liquido infiammabile per bruciare il corpo di Stefania. I silenzi e le omissioni della 44enne in carcere, madre di tre figli, non aiutano a chiarire cosa sia accaduto negli ultimi istanti di vita di Stefania. Continua a mancare inoltre all'appello, tra gli elementi raccolti dagli inquirenti nel corso delle indagini, la borsa della 42enne: l'omicida potrebbe essersene sbarazzata nel tragitto compiuto per disfarsi del corpo della donna.

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