Oltre 600mila euro di spese a carico della società: si dimette il presidente di Ferrovie Nord Milano
Abbonamenti a pay tv, vestiti, cene non di lavoro, materiale elettronico, scommesse sportive. E ancora schede telefoniche e automobili della società cedute a moglie e figli. In totale, Norberto Achille, presidente di Ferrovie Nord Milano, avrebbe cagionato alla propria società un danno di oltre 600mila euro. Per questo, lunedì sera i carabinieri del Comando provinciale di Milano gli hanno notificato una misura cautelare con la quale è stato sospeso, per sei mesi, dal suo incarico, con l'accusa di peculato. Dopo averlo ricevuto, però, Achille si è dimesso dal suo incarico.
Il provvedimento è stato firmato dal giudice per le indagini preliminari Sofia Fioretta, su richiesta del pubblico ministero Giovanni Polizzi. Contestualmente è stato raggiunto da avviso di garanzia anche Carlo Alberto Belloni, presidente del Collegio sindacale di Fnm, indagato per tentato favoreggiamento per aver omesso di assolvere agli obblighi di controllo conseguenti al suo ruolo.
Le spese folli dal 2008 al 2014
Le spese contestate ad Achille riguardano il periodo che va dal 2008 al 2014. La parte più ingente riguarderebbe la cessione a un figlio del presidente di Fnm della sua auto aziendale, una Bmw. La società si sarebbe poi accollata anche le spese per le contravvenzioni prese dal figlio di Achille: in totale oltre 340mila euro di danni per la società a capitale misto, partecipata al 57,5 per cento da Regione Lombardia e al 14,7 per cento da Ferrovie dello Stato.
Già dall'avvio dell'indagine il presidente di Fnm si era detto disponibile a ripianare parte delle spese a lui addebitate, concordando trattenute sul suo stipendio per rimborsare le multe e versando 74mila euro come rimborso per le spese con carte di credito aziendali. Achille aveva inoltre già deciso di non ricandidarsi per la poltrona di presidente alla fine del suo attuale mandato, che sarebbe scaduto a fine mese: il provvedimento del gip non ha fatto altro che accelerare la sua fuoriuscita dall'azienda, che lascia comunque con un utile di 18 milioni.