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Ferrovie Nord Milano: la Procura apre un’inchiesta per le spese folli dei manager

Alberghi, ristoranti e multe: sono solo alcune delle folli spese che sarebbero state effettuate dai vertici di Ferrovie Nord Milano, per le quali la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta. Mentre le indagini proseguono, il pm Giovanni Polizzi ipotizza il reato di peculato.
A cura di Federica Gullace
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Ristoranti, alberghi di lusso e viaggi, ma perfino sanzioni amministrative, utenze telefoniche e molto altro. Sarebbero queste alcune delle folli spese effettuate dai vertici di Ferrovie nord Milano (Fnm), scoperte dai carabinieri del nucleo investigativo di via Moscova. Un cospicuo elenco, lungo quattro pagine, di uscite, riguardanti "Disposizioni, autorizzazioni, risarcimenti di spesa a qualsiasi titolo riconducibili all’ufficio di presidenza, effettuate per cassa o bonifico bancario", eseguite a partire dal gennaio 2011 fino al 2 marzo 2015. L’indagine, avviata lo scorso 9 febbraio, ha in primis riguardato l’ispezione della sede di piazzale Cadorna, dove sono state spulciate carte, contratti e fatture di ogni tipo.

È da allora, infatti, che gli inquirenti, seppur senza specificare le cifre esatte, hanno accusato la società partecipata dalla Regione, facendo in primis dei nomi: si parte dal presidente di Fnm, anche se non specificato, Norberto Achille, fino a Michele Passamani, capo della Comunicazione, e Giuseppe Biesuz, ex direttore generale, costretto alle dimissioni nel 2012 dopo lo scandalo della sua finta laurea e un elenco di bancarotte alle spalle. Insomma, un elenco interminabile di nomi e spese, che ha visto coinvolto anche Mattia Cattaneo, dirigente Fnm, per il recupero spese telefoniche del maggio 2011.

Per il pm l'ipotesi è di reato di peculato

Ora, nel mirino degli inquirenti vi è anche l’analisi dell'elenco "delle consulenze affidate a professionisti da parte di Fnm spa (comprese quelle in materia legale)", oltre alle "utenze telefoniche aziendali con indicazione dei relativi utilizzatori e rendicontazione delle spese di ciascuna", "manutenzione delle autovetture di proprietà della società in uso ai dipendenti", "delle carte di credito aziendali e del regolamento sull’utilizzo". Il pubblico ministero milanese Giovanni Polizzi, per il momento, ipotizza il reato di peculato.

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