“O paghi o ti sparo”: condannato il nipote di Mario Bozzoli, l’imprenditore scomparso
Se sul fronte delle indagini per la scomparsa di Mario Bozzoli è ancora tutto fermo, un'altra grana giudiziaria investe il nipote dell'uomo, Giacomo Bozzoli. Giacomo, uno dei quattro indagati per l'omicidio dello zio, è stato infatti condannato a cinque mesi con pena sospesa dalla Seconda sezione penale del tribunale di Brescia. Si tratta di una vicenda che non ha nulla a che vedere con il giallo di Marcheno, il paese nel Bresciano dove ha sede la fonderia Bozzoli: quella dove, secondo gli inquirenti, sarebbe stato occultato – in uno dei forni che producono lingotti di ottone – il cadavere di Mario Bozzoli.
Giacomo Bozzoli condannato per minacce al titolare di un'azienda
Giacomo Bozzoli è stato condannato per aver minacciato il titolare di una ditta bresciana, debitrice di oltre 280mila euro nei confronti della fonderia di famiglia: "O ci paghi o ti sparo", è la frase ripetuta per due giorni di seguito da Giacomo al titolare dell'azienda, poi fallita, nel giugno del 2013. Per il tribunale Giacomo ha commesso i reati di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza e minacce alle persone. Gli stessi giudici hanno invece deciso il non luogo a procedere per il padre di Giacomo, Adelio, fratello di Mario e co-titolare della fonderia di Marcheno.
Giacomo non sembra nuovo a minacce di morte nei confronti di qualcuno: secondo quanto emerso nel corso delle indagini che hanno portato alla sua iscrizione nel registro degli indagati, avrebbe proferito una minaccia simile anche nei confronti dello zio. Per la scomparsa di Mario Bozzoli sono indagati anche il fratello di Giacomo, Alex e due dipendenti della fonderia: Oscar Maggi e Abo Agjeakwasi. Nel giallo di Marcheno resta anche ancora senza spiegazione la morte di un altro dipendente della fonderia, Beppe Ghirardini, trovato morto nei boschi dopo aver ingerito una capsula di cianuro.