Nuove indagini sull’omicidio di Desirée Piovanelli: interrogato uno dei tre minori condannati

Uno dei tre ragazzi, all'epoca minorenni, condannati per l'omicidio di Desirée Piovanelli è stato interrogato in procura a Brescia nell'ambito delle nuove indagini sul delitto del settembre 2002. Lo riporta la testata locale "Bresciaoggi". Desirée Piovanelli aveva 14 anni quando venne uccisa a coltellate in una cascina di Leno, nel Bresciano. Per il brutale delitto dell'adolescente sono state condannate in via definitiva quattro persone: tre ragazzi di Leno all'epoca minorenni che hanno già scontato la loro pena e Giovanni Erra, l'unico adulto al momento dei fatti che ha scontato 16 dei 30 anni di condanna. Erra si è sempre proclamato innocente e negli scorsi mesi dal carcere aveva chiesto ai suoi legali di lavorare alla revisione del processo. Ma anche il papà di Desirée, Maurizio Piovanelli, non ha mai accettato la verità giudiziaria, convinto che dietro la morte della figlia possa esserci un mandante che sarebbe legato alla pedofilia. Proprio sulla scorta delle richieste del papà di Desiree il pubblico ministero Barbara Benzi circa un anno fa ha aperto un fascicolo per omicidio, al momento senza indagati.
Nell'ambito della nuova inchiesta è già stato interrogato Giovanni Erra, unico adulto condannato
Nell'ambito di questa nuova inchiesta circa un mese fa era stato ascoltato in procura lo stesso Erra. Aveva risposto per due ore alle domande del pm dicendosi estraneo alla pedofilia e non aveva saputo dire se dietro il delitto di Desirée, per il quale continua a proclamarsi innocente, ci potrebbe essere questa ipotesi, secondo quanto avevano spiegato i suoi legali Antonio Cozza e Nicodemo Gentile. Adesso, sempre come persona informata dei fatti, nell'ambito della nuova inchiesta è stato ascoltato in procura anche uno dei ragazzi, all'epoca dei fatti minorenni, che ha finito di scontare la sua condanna a 15 anni ed è tornato in libertà. Ignoti i contenuti del colloquio tra il ragazzo e il pm. Negli scorsi mesi, sempre nell'ambito delle nuove indagini sul delitto del 2002, erano emerse indiscrezioni sulla presenza di due tracce di Dna mai analizzate prima: una apparterrebbe a una persona di sesso maschile diversa dai quattro condannati per il delitto.