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Nozze gay, il Tar della Lombardia boccia Alfano: annullata la cancellazione

Il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso del Comune di Milano sulla vicenda delle nozze gay trascritte all’anagrafe comunale e poi cancellate dal prefetto su ordine del ministro degli Interni Alfano. Per i giudici amministrativi solo la giustizia ordinaria civile può intervenire su atti già registrati.
A cura di Francesco Loiacono
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Colpo di scena sulla vicenda delle nozze gay prima trascritte all'anagrafe del Comune di Milano e poi cancellate dal prefetto su ordine del ministro dell'Interno Angelino Alfano. Sull'episodio, che aveva visto un serrato botta e risposta tra il sindaco Giuliano Pisapia e il titolare del Viminale, è arrivato martedì il pronunciamento del tribunale amministrativo della Lombardia. I giudici amministrativi hanno di fatto bocciato la circolare con la quale Alfano aveva ordinato, a Palazzo Marino così come agli altri Comuni che avevano trascritto nozze tra persone dello stesso sesso celebrate all'estero, di annullare le trascrizioni. La ragione è che "non è possibile effettuare annotazioni sugli atti già registrati, se non per disposto legislativo o per ordine dell’autorità giudiziaria".

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Spetta alla giustizia ordinaria, nello specifico civile, occuparsi degli atti. Motivo per cui il Tar della Lombardia non ha accolto il ricorso di una coppia formata da due uomini sposatisi in Francia – tra le 12 coppie che si erano rivolte al sindaco Pisapia per vedere trascritto il proprio matrimonio -, ma ha invece dato ragione al Comune di Milano, a cui non può essere imposto di modificare il contenuto degli atti già trascritti" per non correre il rischio di "violare la normativa di settore", "produrre delle lesioni dello status giuridico di soggetti dell’ordinamento" ed "essere esposti a profili di responsabilità". Adesso c'è da capire se la battaglia tra il sindaco e il ministro Alfano proseguirà davanti al Consiglio di Stato, dove è possibile appellarsi per le sentenze del Tar.

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