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Pisapia sfida Alfano: “Ho trascritto già sette matrimoni gay”, ma il Prefetto non ci sta

Dopo il polverone alzato dal Ministro Alfano, molti primi cittadini, tra cui il Sindaco Pisapia, si sono schierati dalla parte delle coppie omosessuali sposatesi all’estero, che da tempo chiedono al Comune di poter essere trascritti. Ma sembrano arrivare già i primi intoppi dal Prefetto…
A cura di Federica Gullace
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Non è passato molto tempo da quando il Ministro degli Interni aveva comunicato ai prefetti, con una circolare, di invitare i sindaci a cancellare le trascrizioni delle nozze gay contratte all'estero, dichiarando: “In Italia non è possibile che ci si sposi tra persone dello stesso sesso, quindi se ci si sposa tra persone dello stesso sesso, quei matrimoni non possono essere trascritti nei registri dello stato civile italiano, per il semplice motivo che non è consentito dalla legge. Anzi, ne approfitto per annunciare che io proprio questa mattina firmerò una circolare che invierò ai prefetti della Repubblica italiana e con la quale dirò esattamente quello che ho detto a voi. Ordinerò ai prefetti di annullare le nozze gay”. Proprio così, non sono passati nemmeno due giorni dalle affermazioni del Ministro Alfano che non hanno fatto altro che alzare un polverone in tutta Italia.

Da Milano a Bologna, infatti, gran parte dei primi cittadini sembrano essersi alleati contro di lui, schierandosi dalla parte di tutte quelle coppie omosessuali che da decine di anni chiedono a gran voce di poter trascrivere il loro matrimonio, avvenuto all’estero. Proprio come il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che, al centro di diverse critiche da giorni, dopo aver dichiarato espressamente la sua volontà a voler registrare 12 coppie al Comune, proprio ieri pomeriggio ha firmato la trascrizione di 7 matrimoni di persone dello stesso sesso. Immediate le critiche, a cui il Sindaco ha così risposto su Facebook: “Si tratta di un atto nel pieno rispetto della legge che prevede questo obbligo quando si tratta di matrimoni celebrati legittimamente secondo le norme dei Paese in cui si sono svolti. È un ulteriore passo avanti di Milano come “Città dei Diritti”, dopo il registro delle unioni civili, l’estensione alle coppie di fatto delle misure per il sostegno al reddito, il testamento biologico, lo sportello per la consulenza per la fecondazione eterologa e tante altre iniziative sui diritti sociali e civili che abbiamo promosso in questi anni. Spero che quanto stanno facendo in questi giorni molti sindaci serva anche a sollecitare il Parlamento a varare una legge nazionale che possa superare ogni forma di discriminazione”.

Sembra però che già siano sorti i primi problemi, poichè Francesco Paolo Tronca, prefetto di Milano, ha richiesto al Comune di fornirgli tutta la documentazione riguardante la trascrizione dei sette matrimoni. Vedremo nei prossimi giorni, quello che succederà!

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