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No Expo, tre condanne e un’assoluzione: la “devastazione” riconosciuta solo in un caso

Tre persone condannate, una quarta assolta da tutte le accuse. È il verdetto del processo per le devastazioni avvenute durante il corteo No Expo del primo maggio 2015 a Milano. Solo in un caso è stato riconosciuto il reato di devastazione. La pena più alta è di 3 anni e otto mesi: assolto da ogni accusa uno dei quattro “No Expo” arrestati lo scorso novembre, Alessio Dall’Acqua.
A cura di Francesco Loiacono
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Tre persone condannate, una quarta assolta da tutte le accuse. È il verdetto del processo per le devastazioni avvenute durante il corteo No Expo del primo maggio 2015 a Milano, la cui sentenza in primo grado (con rito abbreviato) è stata pronunciata oggi dal giudice per l'udienza preliminare di Milano. Rispetto alle richieste dell'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Piero Basilone, è da notare come solo in un caso sia stato riconosciuto il reato di devastazione contestato a tutti gli imputati. Per questo reato è stato condannato Andrea Casieri, tuttora detenuto in carcere. Per lui la pena più alta: tre anni e otto mesi, che tengono conto anche delle imputazioni per incendio, resistenza a pubblico ufficiale e travisamento.

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Gli altri due condannati sono Edoardo Algardi (a 2 anni e 2 mesi) e Niccolò Ripani (1 anno e 8 mesi): sono stati condannati solo per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Il primo, ai domiciliari, potrebbe chiederne adesso la revoca tramite i suoi legali. Ripani ha ottenuto la sospensione della pena ed è già tornato in libertà.

Assolto da tutte le accuse Alessio Dall'Acqua

È stato invece assolto da tutte le accuse Alessio Dall'Acqua. Il giovane era stato arrestato lo scorso 12 novembre assieme agli altri tre (nel blitz erano stati arrestati anche quattro greci, che però sono tornati in Patria e non sono stati estradati) e, come riferito dai suoi legali, ha trascorso in carcere circa sei mesi e si trovava adesso ai domiciliari: misura cautelare che è stata ovviamente revocata. Al termine della sentenza sia la procura sia le difese degli imputati (rappresentati in tribunale da Eugenio Losco, Mauro Straini, Luigi Pelazza e Niccolò Vecchioni) hanno espresso soddisfazione per l'esito: la procura perché l'imputazione per devastazione ha retto in almeno un caso, le difese per le sentenze relative agli altri tre imputati. In ogni caso tutte le condanne sono state inferiori a quanto chiesto dall'accusa. Il gup si è espresso anche sui riconoscimenti per le parti civili: da quantificare quello per Unicredit, che negli scontri del primo maggio 2015 subì danneggiamenti in due filiali, mentre al ministero dell'Interno sono stati riconosciuti 15mila euro per danni di immagine: il Viminale ne aveva chiesti 300mila. Manca il Comune di Milano, costituitosi tardivamente.

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