Giornata di protesta per i no canal. Dalle 7 di questa mattina fino a dopo l'ora di pranzo una sessantina di cittadini del movimento hanno manifestato contro la realizzazione delle Vie d'acqua a Milano, presidiando i cantieri di via Muttoni e via Bolla del quartiere Bonola. Gli attivisti hanno bloccato il regolare svolgimento dei lavori fino ad occupare, in tarda mattinata, il nuovo perimetro cantieristico realizzato ieri dalla Maltauro Srl, impedendo così l'abbattimento di cinque alberi a grosso fusto. I no canal sono stati allontanati dall'area con la forza, quattro agenti della Polizia di Stato e dell'arma dei carabinieri per ciascun manifestante.
Lo sgombero è durato quindici minuti e gli attivisti, fra cui persone di mezza età, hanno mostrato resistenza passiva. Sul luogo è giunto anche il Direttore Costruzioni e Infrastrutture di MM – Metropolitana Milanese Roberto Stefani a cui no canal e no expo hanno chiesto garanzie sulle modifiche del percorso Vie d'acqua. Stefani ha accennato allo stralcio dell'attuale progetto in due: “Quello tecnico sarà immediatamente attuato mentre toccherà alla politica aggiornare sul secondo”, ha dichiarato. E mentre ieri l'ex amministratore delegato dell'azienda appaltante Enrico Maltauro è tornato in libertà, il cantiere va avanti con gli operai che lavorano senza casco: c'è chi maneggia i tubi del teleriscaldamento presenti nel sottosuolo senza protezioni. Arrestato a maggio nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sulla presunta ‘cupola degli appalti', lo scorso 23 settembre l'imprenditore vicentino è uscito dall'azionariato del Gruppo trasferendo la sua quota alla società Maltauro Partecipazioni Spa. A lui, questa mattina, gli attivisti hanno dedicato striscioni e manifesti appesi sulle cancellate monitorate dalle forze dell'ordine.
È da tre giorni che no canal assieme ai no expo si ritrovano poco dopo l'alba per impedire l'ingresso delle escavatrici e il deposito merci in cantiere. Dopo i tentativi di dialogo falliti con l'Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Giuliano Pisapia, a cui hanno scritto una lettera senza ottenere risposta, il comitato cittadino passa all'opposizione fisica: mostrano il loro dissenso seduti oltre le reti con le mascherine in volto. La loro protesta contro le vie d'acqua, iniziata più di un anno fa, ha avuto una tregua lo scorso inverno: i vertici della grande opera milanese avevano espresso la possibilità di modificare il piano dei lavori. Lo stesso il commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala il 25 febbraio in conferenza stampa si mostrò propenso a un ripensamento dell'opera: un progetto vicino alle proposte dei no canal che, rassicurati, allentarono le proteste.
Ma ad agosto i cantieri riaprono in forma militarizzata: una decina di poliziotti in tenuta antisommossa a ciascuno degli ingressi del cantiere sparsi per il quartiere Bonola. I macchinari tornano a scavare e il cantiere oggi arriva a cento metri dal parco, a ridosso delle abitazioni. “Vogliamo che l'acqua sia gettata nell'Olona e che i parchi della città non vengano toccati da quest'opera nociva che rischia di graffiare i quattro parchi della cintura ovest della città. La realizzazione delle vie d'acqua costa 90milioni di euro, soldi pubblici che potrebbero essere spesi mille volte meglio per i quartieri periferici della città e che invece vengono investiti per un'opera di una Spa privata come Expo 2015”, dichiara Abo del collettivo Off Topic, sostenitore del presidio. Parrebbe inoltre che nell'angolo fra via Muttoni e via Appennini la vasca realizzata per contenere la spingitubo sia ceduta: il terreno sembra essere franato e l'impresa, per un errore nella pianificazione metrica, costretta a perimetrare l'area adiacente per ricominciare da capo lo scavo e la realizzazione di una nuova vasca.