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Niente compiti per le vacanze in una scuola di Buccinasco: “I bambini hanno bisogno di rigenerarsi”

In una scuola primaria di Buccinasco le maestre hanno deciso di non assegnare compiti per le vacanze ai loro alunni: “Succede in tante altre scuole e dipende da come ha lavorato la singola classe – ha spiegato il dirigente scolastico – In questo caso i bambini avevano lavorato molto bene, dunque le maestre hanno deciso che non era necessario caricarli di compiti”.
A cura di Francesco Loiacono
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Tornano le vacanze estive a scuola e si riaffaccia, puntuale, quello che in questi ultimi anni è diventato un tormentone: compiti per le vacanze sì o no? In passato, come probabilmente potranno testimoniare i nostri genitori o nonni, dubbi del genere non si ponevano. L'impostazione didattica era ben diversa e più rigida e i compiti, quelli a casa così come quelli per le vacanze, erano considerati un'appendice irrinunciabile da tutti gli insegnanti. Ma i tempi cambiano e anche la scuola è molto cambiata: e così da tempo si assiste a dibattiti sull'opportunità di continuare o meno ad assegnare ai giovani studenti i "compiti per le vacanze". Un piccolo incubo per chi, durante l'estate, spera solo di dimenticarsi libri (scolastici) ed esercizi di matematica per dare spazio al gioco, alle uscite con gli amici e alle gite con le proprie famiglie, ma anche un valido aiuto per non disperdere le conoscenze apprese durante l'anno.

L'ultima scuola che si è inserita in ordine di tempo in questa polemica – nel 2016 fece scalpore la lettera su Facebook di un papà che non fece fare i compiti al figlio perché gli aveva "insegnato a vivere" – è la primaria Primo maggio di Buccinasco, nell'hinterland di Milano. Due maestre della classe terza hanno inviato ai loro alunni (e ai rispettivi genitori) un messaggio scritto a mano. Titolo: "Compiti delle vacanze estive". Nel messaggio, però, nessun obbligo:  "Ripassare i verbi e le tabelline (facoltativo). Leggere, se lo vuoi. Ripassare, se lo vuoi". Il dirigente scolastico della scuola, Giuseppe Iacona, al quotidiano "La Repubblica" ha spiegato la ratio della decisione: "Succede in tante altre scuole e dipende da come ha lavorato la singola classe. In questo caso i bambini avevano lavorato molto bene, dunque le maestre hanno deciso che non era necessario caricarli di compiti. Hanno solo dato dei consigli di lettura e di ripasso. Perché i bambini hanno bisogno di rigenerarsi, quindi ben venga questa linea soft".

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