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‘Ndrangheta nel Milanese, sequestrati beni per oltre due milioni di euro a un imprenditore

Agenti della Divisione anticrimine della questura di Milano hanno sequestrato beni per oltre due milioni di euro a un imprenditore 43enne originario del Catanzarese e residente in Brianza. L’uomo ha alle spalle una condanna definitiva per associazione mafiosa: è un esponente di spicco della locale di ‘ndrangheta di Giussano con contatti con la cosca calabrese dei “Gallace-Ruga”.
A cura di Francesco Loiacono
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Società, immobili, oggetti di pregio e saldi di conto corrente. Ammonta a oltre due milioni di euro il valore dei beni sequestrati ieri dalla Divisione anticrimine della questura di Milano a un imprenditore 43enne originario di Santa Caterina dello Ionio, in provincia di Catanzaro, e residente a Giussano, in provincia di Monza e Brianza. Il 43enne ha alle spalle una condanna definitiva per associazione mafiosa, ai sensi dell'articolo 416 bis del codice penale. Si tratta di un esponente di spicco della locale di ‘ndrangheta di Giussano, nonché organico alla cosca calabrese dei "Gallace-Ruga" attiva nel suo territorio di origine, il Catanzarese. Dopo la sua affiliazione, con tanto di rito di iniziazione, ha avuto il compito di custodire le armi, anche da guerra, per la malavita organizzata. Un'attività illecita coperta da una società immobiliare nella quale venivano impiegati capitali verosimilmente anche di provenienza illecita.

Per il suo ruolo e i suoi traffici illeciti ha accumulato nel tempo un ingente patrimonio immobiliare, disseminato tra Motta Visconti e altre località del Sud Milanese e della Calabria. Un patrimonio individuato grazie alle indagini eseguite dalla Divisione anticrimine e "attaccato" grazie alla normativa antimafia: dopo la proposta del questore di Milano Marcello Cardona il tribunale di Milano, nello specifico la Sezione misure di prevenzione presieduta dal giudice Fabio Roia, ha disposto il sequestro di società, 11 immobili e di due saldi di rapporti di conto corrente bancario, tutti riconducibili all'imprenditore. Altri oggetti di pregio e cospicue somme di denaro in contante trovate durante l'attività di sequestro potrebbero costituire lo spunto per ulteriori indagini.

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