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‘Ndrangheta, 8 arresti per traffico di droga: cocaina dalla Colombia all’hinterland di Milano

La guardia di finanza, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, ha smantellato un’associazione per delinquere dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Otto gli arresti effettuati tra la Lombardia e la Calabria: alcuni degli indagati sono ritenuti vicini alla ‘ndrangheta, in particolare alla ‘ndrina Barbaro-Papalia.
A cura di Francesco Loiacono
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La guardia di finanza, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano (da poco orfana dell'ex procuratore aggiunto Ilda Boccassini, "retrocessa" a sostituto per limiti di età), ha smantellato un'associazione per delinquere dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Otto gli arresti eseguiti dalle Fiamme gialle tra la Calabria e la Lombardia, in particolar modo nell'hinterland di Milano. Perché era qui, tra Buccinasco, Corsico, Assago e Trezzano sul Naviglio, che l'organizzazione criminale aveva le sue basi logistiche. L'inchiesta del procuratore aggiunto Alessandra Dolci, come si legge in una nota firmata dal procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco, ha documentato uno serie di cessioni di cocaina per un totale di otto chili a carico degli indagati. La sostanza stupefacente veniva importata da diversi Paesi esteri: l'inchiesta della Dda ha ricostruito contatti con la Colombia e il Brasile in Sud America e con Spagna, Olanda e Bulgaria in Europa. Contatti che servivano proprio agli indagati per trovare nuove fonti di approvvigionamento per il loro traffico illegale.

Alcuni degli arrestati sono vicini alla cosca di ‘ndrangheta Barbaro-Papalia

Su tutta l'inchiesta aleggia la presenza della ‘ndrangheta. Quasi tutti gli arrestati sono infatti pregiudicati e alcuni di loro sono ritenuti vicini alla ‘ndrina Barbaro-Papalia di Platì, in provincia di Reggio Calabria, che si è ramificata anche in Lombardia: non a caso Buccinasco, dove risiede il vecchio boss Rocco Papalia (cui adesso è stata revocata anche la misura della sorveglianza speciale, in quanto considerato non più socialmente pericoloso), si è guadagnato il soprannome di "Platì del nord".

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